Tra una bocciatura e l’altra, siamo arrivati al Tar del Lazio. Dopo i ripetuti no degli organi di giustizia sportiva, ora il Torino affida le sue speranze di salvezza alla organi di giustizia amministrativa. Per l’udienza romana prevista domani, i legali della società puntano a ottenere un rinvio, meglio una sospensiva della sentenza. “Fumus boni iuris" e "periculum in mora” alla base della richiesta: traduciamo per rendere chiaro il concetto a coloro che non sono pratici di latino e di questioni giuridiche.Il Torino, alla disperata ricerca della famosa fideiussione (per la quale è la lavoro Guido Vitale e il suo pool di esperti), proverà a chiedere qualche giorno di tempo in più, puntando sul fatto che non esiste più quella perentorietà dei termini che sembrava essere alla base delle prime bocciature. La sentenza della CCA del Coni ha spiegato infatti che la società era fuori per la mancanza di copertura economica nella richiesta di rateizzazione del debito Irpef. La mancata presentazione del bilancio nei tempi previsti, il ritardo dei versamenti Enpals e quant’altro è finito in secondo piano.Non ottenendo una sospensiva del pronunciamento del Tar, il Toro vedrebbe messa a rischio la possibilità di riuscire a trovare i soldi indispensabili alla salvezza. Gli esperti del diritto ritengono che qualche speranza di ottenere il rinvio esista, anche se questo scatenerebbe una reazione a catena, quando vertici del calcio (ad iniziare dall’ineffabile presidente Carraro) hanno già stilato una tabella che consenta di arrivare alla stesura dei calendari entro l’11 agosto. Se non otterrà una sospensiva della sentenza, il verdetto che arrivi in serata o mercoledì non potrà che essere di bocciatura per il Torino. La situazione è la stessa della settimana scorsa e di quelle precedenti e la fideiussione non arriverà entro 24 ore. Un rinvio potrebbe invece consentire a Vitale di trovare una via d’uscita, magari attraverso un compratore serio che, garantendo la fideiussione, farebbe il primo passo per subentrare all’attuale proprietà, ottenendo un sensibile sconto sulla cifra d’acquisto della società. Il problema sono i tempi strettissimi, la necessità di trovare la fideiussione entro il 10 di agosto (data entro cui va presentata all’Agenzia delle Entrate quale garanzia necessaria per accedere allo spalmaIrpef) e la montagna di debiti che sommergono la società. Perché i 40 milioni servono per ottenere l’iscrizione in serie A, ma ne servono almeno altrettanti per turare le altre falle del Titanic granata.
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Il Torino chiederà una sospensiva della sentenza
Tra una bocciatura e l’altra, siamo arrivati al Tar del Lazio. Dopo i ripetuti no degli organi di giustizia sportiva, ora il Torino affida le sue speranze di salvezza alla organi di giustizia amministrativa. Per l’udienza romana...
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