di Salvatico/Blandino
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”Il Torino ha solo un problema di testa”
di Salvatico/Blandino
“Quanta voglia ho di giocare, da 1 a 10? Beh, 11”. Era difficile dimostrarlo a Piacenza, punta di una squadra molle e deficitaria, ma anche in quel...
“Quanta voglia ho di giocare, da 1 a 10? Beh, 11”. Era difficile dimostrarlo a Piacenza, punta di una squadra molle e deficitaria, ma anche in quel contesto grigio Daniele Vantaggiato ha mostrato la sua vitalità, la sua reattività; la sua voglia. “Giocare, ma non tanto per me: per il desiderio di aiutare la squadra”. Quando senti di poter fare qualcosa, di poter offrire un contributo, e vuoi che te ne sia concessa l'opportunità. L'attaccante proveniente dal Parma ha parlato oggi in conferenza-stampa presso il centro Sisport, prima volta dopo la presentazione di fine Estate. “Fisicamente -illustra- sto bene, poi per vedere se sono tornato ai livelli di Rimini bisognerà chiedere al campo”. Tanto per ribadire il concetto “voglia di giocare”.Dopo le prime parole su se stesso, è il momento di parlare del Torino. “Avere attaccanti forti -afferma Vantaggiato- è un elemento a favore; ma diventa anche un problema perché i difensori lo sanno, ti temono, e si chiudono”. Ultimo esempio: “Piacenza, quando a volte erano in 11 nella propria area”. Ma si dovrebbe riuscire ad avere ragione comunque anche di difese tanto chiuse: “Sì, dobbiamo essere tranquilli; invece, quando non riusciamo a segnare subito, ci viene la frenesia. Bisogna diventare più bravi a gestire il gioco e a far girare più velocemente la palla”. Capitan Di Michele ha parlato di eccessivo individualismo: “Il fatto è che, quando la partita non si sblocca e si fatica a giocare, magari qualcuno cerca come singolo di mettere le cose a posto, con i colpi che abbiamo. Ma è sbagliato, e dovremmo capirlo”, ammette.La punta brindisina allarga quindi il discorso alla categoria nella quale milita “ormai da sette-otto anni; la conosco bene la Serie B”, e dice: “Con il Parma facemmo un girone d'andata difficile, mentre il Rimini al giro di boa arrivò praticamente ai play-off; poi, il Parma andò in A con una giornata d'anticipo, e il Rimini retrocesse... E' uno strano campionato, questo”. Dunque, c'è fiducia: “Pian piano verremo fuori, ma prima bisogna superare un problema che è di testa, non di gamba”. Concetto, questo, ribadito più e più volte da Vantaggiato. “Cerchiamo sempre il gol subito, poi se non ci riusciamo ci demoralizziamo, molliamo...”. Cosa serve per rimettersi in carreggiata? “Una o due partite belle, anche se dopo le prime buone siamo diventati subito la squadra da battere, purtroppo”.Un cenno alla lavata di capo fatta ieri dal presidente Cairo: “E' servito per capire tante cose, e anche per renderci più tranquilli, sì; lunga? Sì, ma non conta, l'importante è dire le cose giuste”. Come lavora la squadra, in settimana? “In allenamento andiamo a 2000, in campo no; siamo tutti dalla parte del mister, altroché, e prima o poi aggiusteremo la classifica. Torino è una piazza difficile: ai primi risultati negativi, tifosi e squadra contro. Dobbiamo diventare più bravi a non sentirlo, ci viene paura a fare un passaggio perché se lo sbagliamo...”. Dunque? “Chiediamo aiuto -chiude Vantaggiato- a tifosi e non solo, a tutti, perché ci diano una mano”. Poi, secondo allenamento quotidiano.
(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Salvatico/Blandino
“Quanta voglia ho di giocare, da 1 a 10? Beh, 11”. Era difficile dimostrarlo a Piacenza, punta di una squadra molle e deficitaria, ma anche in quel...
“Quanta voglia ho di giocare, da 1 a 10? Beh, 11”. Era difficile dimostrarlo a Piacenza, punta di una squadra molle e deficitaria, ma anche in quel contesto grigio Daniele Vantaggiato ha mostrato la sua vitalità, la sua reattività; la sua voglia. “Giocare, ma non tanto per me: per il desiderio di aiutare la squadra”. Quando senti di poter fare qualcosa, di poter offrire un contributo, e vuoi che te ne sia concessa l'opportunità. L'attaccante proveniente dal Parma ha parlato oggi in conferenza-stampa presso il centro Sisport, prima volta dopo la presentazione di fine Estate. “Fisicamente -illustra- sto bene, poi per vedere se sono tornato ai livelli di Rimini bisognerà chiedere al campo”. Tanto per ribadire il concetto “voglia di giocare”.Dopo le prime parole su se stesso, è il momento di parlare del Torino. “Avere attaccanti forti -afferma Vantaggiato- è un elemento a favore; ma diventa anche un problema perché i difensori lo sanno, ti temono, e si chiudono”. Ultimo esempio: “Piacenza, quando a volte erano in 11 nella propria area”. Ma si dovrebbe riuscire ad avere ragione comunque anche di difese tanto chiuse: “Sì, dobbiamo essere tranquilli; invece, quando non riusciamo a segnare subito, ci viene la frenesia. Bisogna diventare più bravi a gestire il gioco e a far girare più velocemente la palla”. Capitan Di Michele ha parlato di eccessivo individualismo: “Il fatto è che, quando la partita non si sblocca e si fatica a giocare, magari qualcuno cerca come singolo di mettere le cose a posto, con i colpi che abbiamo. Ma è sbagliato, e dovremmo capirlo”, ammette.La punta brindisina allarga quindi il discorso alla categoria nella quale milita “ormai da sette-otto anni; la conosco bene la Serie B”, e dice: “Con il Parma facemmo un girone d'andata difficile, mentre il Rimini al giro di boa arrivò praticamente ai play-off; poi, il Parma andò in A con una giornata d'anticipo, e il Rimini retrocesse... E' uno strano campionato, questo”. Dunque, c'è fiducia: “Pian piano verremo fuori, ma prima bisogna superare un problema che è di testa, non di gamba”. Concetto, questo, ribadito più e più volte da Vantaggiato. “Cerchiamo sempre il gol subito, poi se non ci riusciamo ci demoralizziamo, molliamo...”. Cosa serve per rimettersi in carreggiata? “Una o due partite belle, anche se dopo le prime buone siamo diventati subito la squadra da battere, purtroppo”.Un cenno alla lavata di capo fatta ieri dal presidente Cairo: “E' servito per capire tante cose, e anche per renderci più tranquilli, sì; lunga? Sì, ma non conta, l'importante è dire le cose giuste”. Come lavora la squadra, in settimana? “In allenamento andiamo a 2000, in campo no; siamo tutti dalla parte del mister, altroché, e prima o poi aggiusteremo la classifica. Torino è una piazza difficile: ai primi risultati negativi, tifosi e squadra contro. Dobbiamo diventare più bravi a non sentirlo, ci viene paura a fare un passaggio perché se lo sbagliamo...”. Dunque? “Chiediamo aiuto -chiude Vantaggiato- a tifosi e non solo, a tutti, perché ci diano una mano”. Poi, secondo allenamento quotidiano.
(foto M.Dreosti)
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