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Il Torino ha un’identità più definita del Genoa: dovrà far prevalere le sue idee

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I temi tattici della partita di venerdì: il Genoa è difficilmente catalogabile, ma è pungente nel gioco aereo

Andrea Calderoni

Che partita dovremo attenderci dal punto di vista tattico venerdì tra Torino e Genoa? In primo luogo, come sottolineato ai microfoni di Toro News dall’ex difensore, allenatore e commentatore sportivo Claudio Onofri, i granata hanno messo in evidenza un’identità di gioco più delineata e chiara rispetto a quella del Grifone nelle prime otto giornate di campionato. Il Torino, oltre allo spirito battagliero, che a certi livelli serve ma non basta da solo, ha dimostrato di sapere quello che vuole. Anche a Napoli, in una delle trasferte più arcigne del campionato, ha fatto leva sui propri punti di forza, come le verticalizzazioni che hanno ribaltato il fronte rapidamente in più circostanze, sorprendendo il più delle volte la retroguardia azzurra. Inoltre, come noto, il Torino sta concedendo poco: è la squadra che ha subito meno tiri verso la porta (67, 8.4 in media a gara) mentre nella scorsa Serie A la media era pari a 13.3 a incontro, segno che è cresciuta l'organizzazione generale della squadra.

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TESTA - La gara interna contro il Genoa sarà necessariamente un po’ diversa rispetto a quella del “Maradona” perché il Grifone ha caratteristiche differenti rispetto agli azzurri. Il Genoa, come accennato, è difficilmente catalogabile fin qui: ha infatti cambiato tanti moduli, anche a partita in corso, e non ha ancora dato continuità a un’unica strategia tattica. Ha però palesato un punto di forza che spicca su tutti gli altri, ovvero il gioco aereo. Ha già realizzato sette gol di testa (quasi uno di media a partita) ed è primo nella speciale classifica in coabitazione con l’Inter. Più della metà delle reti segnate (sin qui dodici) sono arrivate di testa, segno che la palla alta in area di rigore è molto apprezzata dal tecnico Davide Ballardini che può contare là in mezzo su Mattia Destro. L'ex Roma ha realizzato quattro dei sette gol rossoblù con questo fondamentale (nessuno come lui nei principali cinque tornei europei). Il suo Genoa imposta le gare in modo molto fisico, si rintana nella propria metà campo e poi cerca di ribaltare l’azione. Del resto ha il penultimo possesso palla della Serie A (20’28” in media) e paga tre minuti dal Torino, che pure non è squadra che ami il fraseggio.

MODULO - Sebbene il Genoa possa apparire sulla carta una squadra vecchio stampo dal punto di vista tattico, in realtà non è stato imperforabile nelle prime otto giornate. Anzi con 18 gol incassati ha la penultima retroguardia (dietro si trova solo quella dello Spezia). In casa Torino servirà cinismo, quello mancato a Napoli, ma l’aggressione in avanti che ormai tutto il popolo granata ha imparato ad apprezzare potrebbe fare tutta la differenza del mondo contro una squadra che fatica con il pallone fra i piedi e che fatica a riorganizzarsi in difesa una volta perso il possesso. Come accennato, il Genoa è stato camaleontico e ha cambiato spesso pelle: dal 4-2-3-1 è passato nelle ultime gare al 3-5-2; questo ha dato maggior peso offensivo al Grifone e, se dovesse essere riconfermato lo schieramento, richiederà più attenzione nella marcatura uomo su uomo ai difensori granata.

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