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Il Toro, Quagliarella e quelle mancate esultanze…

Il comportamento di “Quaglia” dopo le reti a Napoli e Udinese fa storcere la bocca ad alcuni: ma si tratta davvero di un problema?

Gianluca Sartori

"Un avvio di campionato così Fabio Quagliarella non l'aveva mai vissuto: con quattro reti in sette match il 31enne attaccante di Castellammare di Stabia viaggia su una media realizzativa che, se ipoteticamente si prolungasse per tutto il campionato, riporterebbe il Torino a lottare per la zona Europa League. Il grande rendimento recente di Fabio però, nel post-Udinese, è passato quasi in secondo piano di fronte alla seconda mancata esultanza consecutiva dell'attaccante napoletano.

"PUBBLICO GRANATA DIVISO - Quagliarella, da “perfido” ex quale è sempre stato, quasi non poteva esimersi dal segnare a Napoli e Udinese. Però non ha esultato, come segno di rispetto verso due realtà che, a suo dire, nel suo passato sono state importanti. La cosa non è passata inosservata e in queste ore ha fatto discutere e la gente granata si è divisa. C'è chi si è infastidito, sottolineando che una mancata esultanza può trasformarsi in una mancanza di rispetto verso i tifosi attuali, e che addirittura non esultare è stato un gesto da ingrato verso la società che lo ha lanciato nel grande calcio, aggiungendo che Quagliarella esultò eccome quando segnò al Toro con la maglia dell'Udinese ( precisamente in Udinese – Torino 2-0 del 5 ottobre 2008). C'è invece il partito del “basta che segni”, che non si cura del comportamento dei giocatori dopo il gol ma si accontenta di vedere la rete gonfiarsi. Entrambe le “fazioni”, poi, sarebbero molto curiose di vedere cosa farebbe Quagliarella in caso di gol nel derby, contro quella Juventus che è stata la sua ultima squadra e con cui ha vinto tre Scudetti…

"In entrambe le posizioni c'è qualcosa di vero: volendo cercare dei punti fermi, si può dire che solo Quagliarella sa quali sono i suoi sentimenti verso le società del suo passato, e quindi è padronissimo di astenersi dall'esultare se si sente di doverlo fare. E soprattutto che, specie nel calcio di oggi, in cui i giocatori che diventano un simbolo per la propria tifoseria purtroppo quasi non esistono più, al tifoso deve bastare che un giocatore dia tutto per la causa e che possibilmente renda al massimo, come sta facendo l'attaccante di Castellammare. Anche se è difficile chiedere questo al tifoso del Torino, per definizione il romantico per eccellenza