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Il Toro riparte da un attacco che vale 50 gol a stagione

Sport Calcio Europa League: Torino-Debrecen 
Paolo Pavan Photographer

Nella foto: Belotti

In attesa di novità dal mercato, il potenziale offensivo granata si affida a Belotti e compagni.

Roberto Bianco

L’illusione che il mercato del Toro entrasse subito nel vivo è evaporato ben presto. Nonostante l’accesso ai preliminari di Europa League, vuoi per il complicato passaggio di consegne tra Petrachi e Bava, vuoi per una politica societaria ormai acclarata, il Toro aspetta ancora un primo acquisto e rinforzi veri per affrontare la stagione 2019/20.

Rispetto al passato, per esempio all’estate 2014, quando a guidare i granata in Europa c’era Ventura, un cambiamento di rotta importante c’è stato. Trattenuti tutti i pezzi pregiati della formazione, rinnovati contratti importanti (Izzo, Lyanco) e riscattati giovani promettenti (Ola Aina).

Il Toro riparte dalle certezze costruite in un’intera stagione di marca Mazzarri. Bene dalla cintola in giù – quarta miglior difesa del campionato, un gol subito in più rispetto a Napoli e Milan -, non benissimo in avanti. Il 3-4-3 preparato durante il ritiro di Bormio va in questa direzione, aumentare la capacità realizzativa  di una squadra finita decima in quanto a reti segnate nell’ultima stagione.

In attesa che il Toro batta un colpo in fatto di nuovi acquisti, Mazzarri può contare su almeno quattro titolari. Nelle migliori delle ipotesi, un reparto offensivo che vale almeno 50 gol.

BELOTTI E ZAZA – Il capitano non ha bisogno di presentazioni: 15 le reti lo scorso anno sulle 52 realizzate in campionato dal Toro. Nel 2016/17 furono 26, più due in Coppa Italia. Il rilancio di Zaza, al netto di un primo anno decisamente deludente, passa da un ritiro vero con mister Mazzarri e dalla sintonia con lo spogliatoio che si spera possa emergere anche in campo. I gol con il Debrecen fanno ben sperare, il giocatore ha numeri per andare in doppia cifra, come ai tempi di Sassuolo e Valencia.

FALQUE E BERENGUER – Rispetto al 2018/19 i due spagnoli sono chiamati a incidere veramente in fatto di reti realizzate. Iago, maglia numero 10 addosso, se la sorte lo libererà dalla serie di infortuni (l’ultimo all’andata contro gli ungheresi, out per un mese) e guai fisici che ne hanno condizionato il rendimento nell’ultimo anno, ha nelle sue corde la via del gol. Da lui si attende quella dozzina di marcature, come già nei primi due anni con il Toro e, prima ancora, a Genova sponda rossoblù. Scommesse aperte su Berenguer. Appena 4 le reti in due anni in Italia. La sensazione è che il nuovo modulo lo avvantaggi, avvicinandolo alla porta e alle occasioni per andare al tiro. A lui il compito di convincere tutti sulla sua reale maturazione.

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ASPETTANDO VERDI – In panchina Millico e Parigini, due cuori Toro provenienti dalla cantera granata. Il salto di qualità con vista sulla qualificazione ai gironi di EL risponde però al nome di Simone Verdi, profilo tra i più papabili tra quelli accostati alla corte di Mazzarri da radiomercato. Dopo un anno in ombra a Napoli, a Torino può tornare quello visto a Bologna. Porterebbe in dote ai granata assist e punizioni al veleno. Anche per lui, l’obiettivo tutt’altro che impossibile, sarebbe andare in doppia cifra.