Indimenticabile Gigi

Sono passati trentotto anni, il Toro ha vissuto tante vicende belle e brutte, così la nostra vita ha continuato ad essere scandita da eventi. Sembra lontano quel 15 ottobre 1967, anno di fermenti e passioni forti, di addii tragici come il suicidio presunto di Luigi Tenco e l’assassinio di Che Guevara. In mezzo a questi grandi personaggi della storia e della musica trova spazio il nome di un giocatore che troppo presto ci ha lasciati, ma che continua a vivere in ognuno di noi: Gigi Meroni.La sua morte rappresenta la seconda tragedia vissuta dal Torino, dopo Superga. Il valore della farfalla granata, che portava sul dorso il numero sette, può essere considerato alla pari degli invincibili, ha vinto meno, anzi ha vinto nulla, ma ha fatto sognare e questo può bastare per entrare di diritto tra gli immortali.La sua storia è bella da tramandare e così, dopo quasi quarant’anni dal suo addio alla vita, Gigi vive e continua ad ispirare artisti, perché lui stesso lo era, fuori e dentro al campo. Proprio negli ultimi tempi stanno aumentando le iniziative a lui dedicate, dalla mostra dei quadri di San Pietro in Casale (Bo), dipinti dall’estro della stessa farfalla, all’opera teatrale di Giacometti fino ad arrivare al prossimo appuntamento del teatro Gioiello a Torino. A Como verrà presentato a breve un documentario sulla sua vita e un giorno forse uscirà finalmente anche un film, sperando che racconti Gigi con meno finzione e più realtà, perché la storia di Meroni va tramandata senza inventare nulla.La farfalla è rimasta sospesa nell’aria col suo battito d’ali che ci rammenta quanto sia importante rimanere se stessi fino in fondo, anche nell’ultimo volo della vita. Solo così si potrà ricordare qualcosa senza perdere le parole per strada, ma lasciando la propria impronta indelebile.Come te caro Gigi, che ci hai preso per mano lasciandoci troppo presto, ma è bastato per farci innamorare per sempre.