Il Torino è un gambero: un passo avanti, due indietro. Contro la Fiorentina non c'è stato match, se non a tratti nel primo tempo e negli ultimi 5 minuti successivi al gol di Verdi. I viola di Vincenzo Italiano hanno fatto valere i loro principi di gioco e hanno messo sotto incessantemente i granata. Inibendo le armi del Torino, quelle che avevano lasciato ben sperare contro la Dea. Italiano ha letto tatticamente bene la gara: sulle seconde palle il Torino non ha avuto voce in capitolo (le aveva vinte quasi tutte all'esordio di due sabati fa) e i lanci dalle retrovie sono stati intercettati agevolmente dalla retroguardia viola. Belotti è apparso isolato e in balia della difesa avversaria. Sanabria ha faticato ad agire in coppia con lui. Linetty, come contro la Cremonese, è risultato avulso e ha confermato la primordiale sensazione: da trequartista non può giocare.
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Italiano batte Juric: Toro dominato per larghi tratti, evidenti passi indietro
La Fiorentina vince arginando e quasi annullando il Torino: per i granata non funzionano i lanci dalle retrovie e non si arriva sulle seconde palle
PROBLEMI - E poi, come ammesso anche da Ivan Juric in conferenza stampa, in difesa senza Bremer il Torino ha ballato tremendamente. Con la sostituzione nell'intervallo di Djidji per Buongiorno, il tecnico croato ha avuto la conferma, se ce n'era bisogno, che nessuno dei due è in grado contro un centravanti fisico e tecnico come Vlahovic di sostituire Bremer. Sia il francese che l'italiano, infatti, hanno sofferto tanto, a tratti troppo, lo strapotere fisico e tecnico di Vlahovic, autore di una signora partita. Se alle difficoltà del perno centrale, aggiungi quelle di un quanto mai disorientato Izzo e di un Rodriguez che ha limiti ben conosciuti, ne viene fuori una serata oltremodo complessa per il pacchetto difensivo.
DIFFERENZE - La differenza di mercato tra Fiorentina e Torino nel corso dell'estate, dunque, si è riflessa in maniera evidente al "Franchi" ieri sera. Più qualità per la viola che, non senza difficoltà e passi falsi, sembra aver imboccato una via di spessore (l'operazione Gonzalez n'è la testimonianza, così come la conferma di Vlahovic). Il "grido di disperazione"di Juric è più che sacrosanto perché il Torino così non è "né carne, né pesce". Il ritardo sul mercato è sotto gli occhi di tutti. Il quadro granata, dunque, è fosco e servono pennellate di colore (rinforzi non casuali ma condivisi, per quanto possibile giunti a due giorni e mezzo dal gong, con il tecnico). Altrimenti, come dimostrato da Pecchia in Coppa Italia o da Italiano in campionato con pochissime mosse l'attuale Torino di Juric non solo è arginabile, ma addirittura annullabile. E il Torino, dopo due salvezze raggiunge all'ultimo, non può più permettersi di procedere come un gambero, le conseguenze sarebbero fin troppo chiare.
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