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Ivan Zazzaroni: “Toro: Ljajic è di troppo, Niang serve, Iago imprescindibile”

Esclusiva / Il noto opinionista promuove Mazzarri: "Cairo ha cacciato Miha per non pagare due ingaggi il prossimo anno. Sesto posto possibile".

Marco Parella

Le idee di Ivan Zazzaroni sulla vittoria contro il Benevento, il nuovo Mazzarri, un Niang tirato a lucido e un Cairo… previdente.

Buongiorno Ivan, domenica bene il risultato, per il resto partita bruttina?

Partita inesistente, non bruttina. La follia del loro portiere, loro subito in dieci, novanta minuti non indicativi. I valori del Toro sono certamente superiori a quelli mostrati fino a ora, ma non è la partita col Benevento a poterli confermare.

Da Mazzarri non ci si aspettava il bel gioco, ma tanta concretezza. Quella, almeno per ora, è arrivata.

Il bel gioco dipende molto dai giocatori. Mazzarri è uno che sa organizzarti la squadra, è indubbio. Se poi riesce ad arrivare anche alla testa dei calciatori allora ci si può davvero divertire. A quel punto conta la qualità dei giocatori e delle giocate. Però non sperate di vedere il Napoli di Sarri, Mazzarri ha idee diverse, lui ama il contro gioco, cioè attesa e ripartenze in velocità.

Forse era la semplicità che serviva al Torino di oggi?

Belotti, Iago Falque, Obi, Niang sono giocatori perfetti per il contropiede rapido. Se arriva anche Donsah potrà dare molto da questo punto di vista.

In molti, però, considerano Donsah un doppione di Acquah. Sbagliano?

Sì, Donsah è un Nainggolan. A Cagliari erano simili, con il belga più formato e completo, ma le caratteristiche sono quelle. Donsah può giocare sia interno sinistro che destro e se è in condizione io lo vedo superiore sia ad Acquah che a Rincon.

Questa squadra è inevitabilmente figlia di Mihajlovic. Che eredità ha lasciato l’ex tecnico?

Beh, Niang si è messo a segnare nel momento esatto in cui è andato via lui. Scherzi a parte, questo per dire che il giocatore non era sbagliato. Sinisa ha commesso degli errori, però ha avuto anche tanta sfortuna perché in certe partite la palla non voleva proprio entrare.

A proposito di Niang, con un numero 11 tornato efficace sotto porta, il Toro non ha più bisogno di un vice Belotti?

Niang può tranquillamente giocare da prima punta, lo ha fatto anche al Milan. A Mazzarri piacciono molto gli attaccanti che si muovono molto e Niang ha il fisico per farlo. Quando rientrerà Belotti, consentirà di giocare con due punte, più Iago. Mazzarri ha creato il suo Napoli sulle punte esterne alla Lavezzi. Le condizioni ci sono tutte per riproporre l’esperimento.

E Ljajic dove lo mettiamo in questo scacchiere?

Faccio fatica a inserirlo tra i titolari. Secondo me l’unico imprescindibile è Iago, stravedo per lui. Tornerà Belotti e là davanti sarà titolarissimo; la fisicità e gli strappi di Niang servono, per cui chi rimane fuori? Non puoi farli giocare tutti e quattro. Ljajic ha grande qualità, ma è difficile collocarlo. È un lusso tenerlo in panchina e di certo a lui non piacerebbe.

Serie A che sembra snobbare questa sessione di mercato invernale. Pochi acquisti, ancor meno soldi?

Il mercato ormai è fatto di gente che può permettersi tutto (vedi gli affari Coutinho o Sanchez) e di chi fa fatica ad arrivare a fine anno. Dobbiamo prenderne atto. Il Torino mi sembra comunque una rosa completa. Non ho ancora capito che tipo di giocatore sia N’Koulou messo in questa squadra, ma se l’allenatore riesce a coprire qualche lacune difensiva, il gruppo è competitivo. Dipende ovviamente dall’obiettivo che ci si pone…

Ecco. L’obiettivo è dichiarato da almeno due stagioni, si chiama Europa League, ma, visti i risultati, adesso non lo si nomina più. Ci credi?

In Europa il Torino ci può arrivare, non è che davanti corrano a perdifiato… Il sesto posto si può ancora agguantare. Fondamentale sarà il rientro di Belotti, il Toro ha bisogno di lui.

Nel frattempo Mazzarri pensa già a giugno. Ti convince il suo progetto in granata?

Io ho la mia idea sul suo arrivo e cioè che Cairo, temendo il rinnovo del contratto di Mihajlovic (sarebbe stato automatico in caso di qualificazione europea), abbia voluto accelerare i tempi per evitare poi di pagare due contratti. Il Torino non stava andando bene, ma con tutto un girone da giocare Miha avrebbe potuto farcela. Mazzarri preferisce partire da zero, non ama subentrare. Per questo fa queste dichiarazioni che magari spiazzano, ma sono sicuro che in questo momento lui ci crede ancora al sesto posto. E ci crede anche Cairo, presidente che ama il profitto, inteso come visibilità. La ribalta che ti dà una coppa è preziosa, lui è ambiziosa, è chiaro che ci voglia puntare già da quest’anno.