Jimmy Fontana, vero cuore granata e primo giocatore del Torino FC

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"Quarant'anni fa nasceva a Torino Jimmy Fontana, oggi procuratore sportivo ma fino a poco tempo fa portiere che non si è distinto tanto per il numero di presenze tra le fila granata, bensì per il suo attaccamento alla maglia. Il suo apporto e i suoi comportamenti fuori dal campo sono sempre stati da vero professionista: un cuore-Toro da sempre idolo della Maratona.

"LA CARRIERA - L'ex portiere torinese e torinista ha vestito numerose maglie in una carriera fatta di alti e bassi e, purtroppo, di tante panchine a causa delle poche opportunità che gli sono state concesse. Oltre alle non proprio blasonate Aosta e Voghera, ha indossato le divise del Verona, della Reggiana, del San Donà, della Pistoiese e del Palermo: eccetto le due iniziali, nelle altre esperienze è stato sempre chiuso da altri portieri e non ha mai avuto occasione per dimostrare davvero il proprio valore. La svolta nella sua carriera avviene nel 2002, quando “Jimmy” torna a casa. Fontana approda al Toro coronando un sogno coltivato fin da bambino. Anche qui, l'esperienza non è da titolare, ma è certamente molto intensa: sette anni di maglia granata, che lo hanno fatto diventare il primo giocatore nella storia ad aver firmato per il neonato Torino Fc del nuovo presidente Cairo.

"GESTO D'ALTRI TEMPI - Una firma che dimostra, in quel periodo di estrema incertezza, il grande amore del portiere per questa piazza. Tra le sue mani passa anche la corsa salvezza 2008 dopo l'infortunio di Sereni, quando a Catania il Toro vince 2-1 in una partita letteralmente salvata da un suo intervento miracoloso nel finale. Dopo sette anni e poche presenze, lascia il Toro a seguito della scadenza di contratto e del declassamento a terzo portiere. Si accasa al Novara, dove rimarrà tre anni e per la prima volta in carriera avrà l'occasione di mettersi davvero in mostra, nonostante non avesse il posto da titolare.

"CUORE GRANATA - Portiere atipico, con personalità e grande simpatia, Fontana è un esempio per i tifosi granata, tra i quali è il primo ad annoverarsi, nonché un idolo della Maratona. Il suo “granatismo” non è mai stato un mistero, e la firma ricordata prima ne è il massimo esempio. Il suo apporto all'interno dello spogliatoio è sempre stato fondamentale. Primo “ambasciatore” dei colori granata per i nuovi arrivati, non ha mai detto una parola fuori posto e anzi il suo apporto silenzioso è forse stato d'aiuto più di quanto si possa immaginare. Le poche presenze, in questo caso, non contano: dietro ai freddi numeri statistici si nasconde la vera passione granata, capace di andare oltre le difficoltà e riconosciuta da tutto il popolo del Toro.