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Jonathas, per il Toro e per il contratto

Tutto al contrario di come avrebbe dovuto essere. Per questo è ancora più  bello, per il Toro e per il diretto interessato. Perché per una sera Jonathas è passato da ufo, inteso come oggetto non (ancora)...

Federico Danesi

In primis per lui che vanta un padrino eccellente come Mino Raiola, uno che difficilmente punta sul cavallo sbagliato, ma fino ad oggi Toro a parte aveva offerto solo sprazzi della sua concretezza. Difficile dimostrare di essere valido se giochi in tutto 56 minuti e ti fai pure male, tanto che almeno per un paio di settimane sei fuori gioco. Più facile, paradossalmente, però farlo in questo Toro nel quale la concorrenza è tanta ma non certo eccellente e quindi potenzialmente tutti possono sperare di conquistare un posto al sole.Jonathas l’ha fatto esclusivamente con il lavoro, ché non gli andava di passare per il Franco Ramallo della situazione (e chi tifa Toro da almeno una quindicina d’anni sa di cosa stiamo parlando). Il fisico è da granatiere, i piedi non proprio educatissimi, anche se quel numero di ieri sera che ha ricordato certe reti di uno come Mario Balotelli, tanto per restare agganciati al moderno, ha dimostrato come l’intelligenza tattica non gli difetti, esattamente come il coraggio.L’ha fatto quando ormai sembravano scorrere i titoli di coda. L’ha fatto su un campo impossibile persino per lui che ama il caldo e che nemmeno in Olanda aveva patito una serata così. L’ha fatto diventando il salvaToro e reclamando, in silenzio e con la forza dei fatti, un posto da titolare anche tra due settimane quando all’Olimpico arriverà il Napoli. Una coppia inedita con Barreto, ora che Meggiorini sembra definitivamente bruciato e Bianchi vive delle sue incertezze, non sembra utopia. Poi c’è pure un contratto per la prossima stagione da vergare, possibilmente rimanendo a Torino. Il suo riscatto, ora, val bene il riscatto del Toro a giugno a patto che trovi continuità e concretezza. “E’ un gruppo fantastico, mi sono inserito subito al meglio” ha detto giusto per gradire. E intanto è stato re per una notte, la sua notte magica.

Federico Danesi(foto M.Dreosti)