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Juric, rammarico derby contro una Juve mediocre. E Tameze su Chiesa un rischio

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Meglio la Juventus nel primo tempo, decisamente meglio il Toro nella ripresa: alla fine il pareggio è il risultato giusto
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Nemmeno questa volta il derby è stato del Toro. I granata hanno fatto leva su una fase difensiva concreta, sebbene sia stata meno puntuale rispetto ad altre circostanze (Vlahovic ha battuto due volte sul secondo palo nei primi 45 minuti). Nella ripresa hanno costruito i presupposti per la vittoria, in una sorta di climax ascendente fino alla grandissima opportunità per l'1 a 0 di Lazaro. Ma il derby è una maledizione per il Toro e quindi nemmeno il 13 aprile 2024 è stato vinto. Va detto che il pareggio per quanto visto è il risultato più giusto, va anche aggiunto che lo 0 a 0 è il risultato che esalta maggiormente i sistemi di gioco di Ivan Juric e Massimiliano Allegri, due abili strateghi in fase di non possesso, due allenatori meno propositivi in fase di costruzione. Del resto, la mossa tattica più sorprendente di tutto il derby è stato il sacrificio di Tameze, deliberato da Juric. All'ex Hellas Verona è stato richiesto un lavoro a tutto campo su Chiesa, il che ha rischiato di rendere meno efficace del solito la fase difensiva granata (abbiamo già detto del tanto spazio avuto da Vlahovic sul secondo palo). Nella ripresa il Toro è cresciuto, la Juventus è calata; il Toro ha tenuto il pallino, la Juventus ha raramente passato la metà campo. Tuttavia, i numeri dicono che i tiri in porta prodotti in oltre 90 minuti di gara sono stati due per i granata e tre per i bianconeri.

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Solo tre cambi per il Toro. E l'inserimento di Lazaro poteva essere decisivo

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Detto della mossa di Tameze su Chiesa, mossa che non ha pagato l'occhio, Juric ha atteso fino al 76' per effettuare i primi cambi della contesa. Va detto che il Toro della ripresa si è ben destreggiato e quindi era difficile togliere una pedina per metterne un'altra. Va anche aggiunto che la mediana granata ha elevato i propri colpi minuto dopo minuto; uno come Ricci è cresciuto esponenzilmente con il progredire della gara, segno che sta finendo forte una stagione un po' sotto le aspettative. Parlando delle sostituzioni di Juric, ne ha fatte soltanto tre su cinque (la panchina era piuttosto corto ed è stata allungata da Savva, Kabic e Ciammaglichella) e una poteva risultare decisiva. Se Lazaro avesse fatto gol allo scadere, staremmo probabilmente qui a parlare di una grande chiamata dalla panchina di Juric e di una partita vinta grazie ai cambi (roba rara nei tre anni di gestione del croato). L'imprecisione di Lazaro sotto porta, abbastanza grave a questi livelli, rende meno roboante il commento sulle sostituzioni di Juric. Anzi, possono essere mossi degli appunti. Ad esempio, un Okereke in grado di allargare le maglie della difesa bianconera poteva essere messo un po' prima rispetto al 76' quando ha preso il posto di Sanabria (nello stesso frangente è entrato Lazaro per Vojvoda). L'uscita di Bellanova è stata invece forzata all'84' e al suo posto è entrato Lovato, facendo spostare proprio Lazaro a destra.

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Juventus in calo nella ripresa, i cambi offensivi non incidono

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Bisogna dire che non vincere il derby di ieri sera contro una Juventus alquanto mediocre, soprattutto nel secondo tempo, lascia più di un rammarico e lascia anche un senso di incompiutezza al Toro targato Juric. La Juventus si è dimostrata poca roba. Allegri nella ripresa ha cercato di mischiare le carte in tavola soprattutto dalla cintola in su; ha inserito Yildiz, Iling Junior e Kean ma gli effetti sortiti sono stati pressoché nulli. Il Toro ha avuto il merito di crescere e di schiacciare la Juventus nella ripresa, un paio di chances per colpire le ha anche costruite ma nuovamente le polveri sono risultate bagnate sotto porta. Alla fine, bisogna chiedersi il perché in tredici giornate trentadue i granata non hanno siglato nemmeno una rete. Lo stesso Juric ha cercato di analizzare le motivazioni, dicendo che "io mi aspettavo di più dagli esterni e dai centrocampisti, arriviamo tantissime volte là, anche con il colpo di testa, ci manca quello dove se ognuno di loro facesse 4-5 gol cambierebbe tutto". In effetti, la disamina regge ed è supportata dai numeri ma forse per andare in Europa è troppo tardi per porre rimedio a quest'atavica problematica.

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