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Juric trionfa sul grande ex Mazzarri: Ilic-Ricci tornano a dettare legge

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L'analisi del match tra Torino e Napoli attraverso le scelte dei due allenatori: Ivan Juric e lo squalificato Walter Mazzarri
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Un trionfo. Il Torino di Ivan Juric ha maramaldeggiato sul Napoli del grande ex Walter Mazzarri (in tribuna perché squalificato e sostituito in panchina dal suo vice Nicolò Frustalupi). Un 3 a 0 ineccepibile. Il punteggio così rotondo è stato condizionato dall'espulsione di Mazzocchi a inizio ripresa, ma l'inferiorità numerica dei Campioni d'Italia non può essere un'attenuante: la prestazione di Antonio Sanabria e compagni è stata importante, quella del Napoli è stata insufficiente sotto tutti i punti di vista. Il Torino ha avuto il merito di rimanere sul pezzo per novanta minuti e oltre, giocando con una carica agonistica e con un'organizzazione da squadra che ambisce a chiudere nelle zone alte della classifica. Un salto in avanti in mentalità, premiato dal 3 a 0. Non ci sono state quelle leggerezze fatali in altri contesti, segno che le parole di Juric delle ultime settimane sono state supportate dai fatti dentro al rettangolo verde. Ormai è da parecchio tempo che il tecnico croato dice di vedere una squadra giusta durante gli allenamenti, una squadra che ha ritrovato la giusta via e in effetti le prestazioni degli ultimi due mesi lo stanno dimostrando. In altre circostanze era mancato il famoso centesimo per fare l'euro, ieri - domenica 7 gennaio - e anche nel match interno con l'Atalanta ci sono invece stati tutti gli ingredienti per partite da incorniciare.

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Nessun calo: il Torino resta costante, continuo e produttivo per tutti e 90 i minuti

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Come a Firenze, il Torino ha voluto mantenere il possesso palla con costanza e continuità nel corso del primo tempo. Il Napoli l'ha concesso e questo non è stato un buon segnale da parte di una squadra che nel 2022/2023 ha letteralmente dominato il campionato. I passi indietro del Napoli sono abbastanza evidenti e la cura Mazzarri non sta portando gli effetti sperati. Il Napoli ha interpretato la gara da provinciale, contenendo e ripartendo. Il piano partita è stato disturbato dal gol di Sanabria prima del duplice fischio ed è stato definitivamente rovinato dall'espulsione ineccepibile di Mazzocchi. A quel punto un Napoli già fragile mentalmente si è completamente disunito e ha subito una severa lezione (i gol di scarto potevano essere anche di più). I Campioni d'Italia negli ultimi 20-25 minuti sono apparsi in balia degli eventi. I demeriti del Napoli vanno a braccetto con i meriti del Torino. I granata non sono calati alla distanza, non si sono fatti prendere dal cosiddetto "braccino del tennista" e con tanta consapevolezza hanno portato a casa la vittoria.

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Le scelte di Juric pagano: in mediana Ricci per un miglior palleggio

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Le scelte di Juric sono andate nella direzione di dominare il possesso palla, quindi di ripetere la prima frazione di Firenze dal punto di vista del gioco e dell'atteggiamento. Il tecnico croato ha schierato a sorpresa dal 1' Ricci e non Linetty, incrementando la qualità della sua mediana. A inizio stagione tanto si era discusso sull'efficacia della coppa Ilic-Ricci. Ieri è girata alla perfezione, segno che i tempi sono cambiati, il Torino di oggi è diverso rispetto a quello di settembre e ottobre e i nuovi equilibri (un solo trequartista, due punte) stanno sortendo l'effetto sperato. Ilic e Ricci sono tornati a brillare come sul finire della scorsa annata e il Torino è tornato a far "frullare" (come direbbe Gian Piero Ventura) la sfera. C'è da aggiungere che Djidji ha dato delle garanzie nel suo ritorno da titolare (Tameze era acciaccato). Juric si è concesso le sostituzioni soltanto dopo il 3 a 0. Dunque, nemmeno questa volta si può dire che la panchina abbia fatto svoltare il Torino ma a differenza delle ultime uscite (Udinese prima di Natale, Fiorentina prima di Capodanno) non c'è stato bisogno dell'apporto dei subentrati, i quali hanno dovuto solamente contenere con l'uomo in più quanto di buono prodotto dai titolari. Da rivalutare, perciò, l'apporto di chi entra. Il Genoa, in tal senso, potrebbe essere un bel banco di prova.

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