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Juventus-Torino: Allegri, scacco matto a Ventura. Abisso tattico ed emotivo

Giampiero Ventura, tecnico del Torino

Coppa Italia / Completamente diversa la gestione delle situazioni: i bianconeri molto più lucidi dei granata. E il tecnico genovese perde il suo settimo derby

Redazione Toro News

"L’amaro in bocca lasciato dalla partita di Coppa ai tifosi granata non è tanto dovuto al risultato, quanto alla prestazione della squadra. Ciò di cui la piazza ha maggiormente sentito la mancanza, in questo derby della Mole da archiviare il prima possibile, è il famoso “cuore Toro”, il senso di appartenenza che storicamente ha accompagnato coloro che entravano in campo indossando la casacca granata e che anche i ragazzi di Ventura nelle passate stagioni hanno dimostrato di possedere: proprio per questo i rimpianti non fanno che accrescersi.

"L'affermazione che la differenza tecnica in campo fosse elevata, non rispecchia totalmente la realtà: Allegri ha optato per un turn-over ragionato ed ha miscelato con cura gli elementi, trovando il perfetto equilibrio sul terreno di gioco tra “titolari” e comprimari, ma la formazione scesa in campo di fronte al miglior Torino possibile in questo momento non poteva certo definirsi una corazzata inattaccabile. La Juventus ha dimostrato sì di tenere alla Coppa Italia, ma resta l'impressione che con un atteggiamento diverso avrebbe potuto essere messa maggiormente in difficoltà. La vera differenza emersa nel match di Coppa non è tanto quella tecnica, quanto invece quella emotiva.

"La gestione della partita nel complesso e delle situazioni più nello specifico è stata perfetta da parte degli uomini di Allegri: l’atteggiamento del Torino avrebbe potuto spazientire i bianconeri e portarli a pressare troppo alto concedendo spazi per le percussioni granata, ma questo non è successo. Nonostante un primo tempo equilibrato e avaro di occasioni da entrambe le parti, la Juventus non ha perso la calma ed ha continuato a macinare il suo gioco con una trasmissione di palla sicura ed utile in fase di possesso ed un pressing calibrato in fase di ripiegamento. Al contrario il Torino è apparso confusionario, divorato dalla fretta: tanti gli stop non riusciti, parecchie le ripartenze fallite; al recupero palla è spesso seguito un lancio lungo volto soltanto ad allontanare momentaneamente il pericolo, piuttosto che a cercare le punte (Maxi Lopez e Belotti non sono stati serviti quasi mai, e in quelle poche volte sono stati sempre e puntualmente anticipati dai difensori bianconeri). La stessa fretta di agire che ha spinto Glik e compagni ad impostare spesso troppo frettolosamente  dalle retrovie, sempre con palloni mal calibrati di fatto consegnati tra le mani di Neto.

 Un momento del Derby di Coppa Italia - 16-12-2015 - foto Biscotti

"Sotto questo punto di vista, la differenza emersa è stata davvero abissale: la Juventus ha dimostrato di avere la consapevolezza della propria forza e di saper aspettare il momento opportuno per affondare il colpo, senza farsi prendere dalla fretta e giocando con assoluta sicurezza. Una lezione da imparare per il Torino che, quando scende in campo allo Juventus Stadium, sembra quasi sciogliersi sotto il profilo psicologico: questa “ansia da prestazione” porta i ragazzi di Ventura ad affrettare le giocate inutilmente e gestire il pallone molto peggio del solito. Perdipiù, la "sveglia" dopo il primo goal incassato, arrivata tante volte in questa stagione, allo Stadium è latitata. Atteggiamento iniziale troppo timido e assoluta mancanza di reazione da una parte, perfetta lettura tattica e cinismo ai massimi livelli dall'altra: il divario tra Ventura e Allegri è stato evidente, e il tecnico granata ha finito per perdere il suo settimo derby.

"Bosio - Sartori