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Juventus-Torino e i perché di una figuraccia: no all’ossessione-derby

Gianluca Sartori

L’analisi a mente fredda / Proviamo a capire il perché i granata non sono scesi di fatto in campo. Decisioni dell'arbitro a parte

"Una partita sbagliata dall’inizio alla fine. Un incontro finito in mattanza, con una squadra di fatto mai scesa in campo. Questo è stato il derby tra Juventus e Torino: una partita in cui una sola squadra ha giocato a pallone, mentre l’altra non ha fatto vedere nulla o quasi.

"Il day after vede i granata chiamati a cercare di capire il perché di una brutta figura come quella di ieri. E’ necessario, per non dire fondamentale, comprendere che cosa non ha funzionato, e perché il Torino non abbia fatto vedere nulla di quello che sa fare. Perché è vero che l’espulsione di Zaza (che ci stava) avrebbe cambiato la partita, ed è vero che l'ingenuità di Molinaro ha influito parecchio, ma è anche vero che le statistiche non mentono: i granata non hanno fatto un tiro in porta, non sono mai arrivati al cross e hanno costruito la miseria di tre azioni manovrate. E il risultato è stato una delle peggiori stracittadine della storia. 

"Sarebbe facile dire che la Juventus è superiore. Certamente lo è, soprattutto in questo momento (ricordiamo che i bianconeri arrivano da sei vittorie di fila in campionato), ma non è mai stata in questa stagione una squadra impossibile da impensierire. Un’altra spiegazione possibile è la perfetta lettura tattica della squadra di Allegri. Qui verrebbero in mente altre considerazioni sul fatto che alla squadra di Ventura forse manca un Piano-B: ma forse non è neanche questo il punto, perché per quanto una partita possa essere ben preparata e ben studiata, difficilmente si riesce a impedire per novanta minuti di varcare la metacampo come ha fatto per novanta minuti la Juventus con il Torino.

"Forse ( ma è difficile avere certezze in tal senso) la spiegazione vera è l’effetto che provoca sulle teste dei giocatori la partita contro la Juventus allo Stadium. Gli ultimi due incontri nella tana bianconera erano finiti come erano finiti, e per stessa ammissione di Ventura era tantissima la voglia di rivincita. Tanta, forse troppa: e ha sortito l’effetto contrario, causando un blocco mentale difficile da spiegare altrimenti. E allora il prossimo derby lo si prepari con più calma e più lucidità, come fatto lo scorso aprile, quando una squadra granata tranquilla e carica (ma al punto giusto) seppe rompere un incantesimo che durava da vent’anni.