"Con un pubblico attorno che aspetta di essere “catartizzato” e si fa forza a vicenda perché ama condividere le sensazioni forti. Sublimi. Con l’occupazione di un tale posto. Con l’imminenza del presente, e la cecità del futuro. Ecco fossi il presidente, avrei questi pensieri forse e lavorerei con un forte dolore di pancia che pesa di responsabilità e che è un chiaro segno di quanta importanza ha la riuscita delle mie operazioni, lavorerei affinchè il biglietto dello stadio sia come un biglietto di teatro in cui la gente si reca per togliere i grovigli del quotidiano e la pochezza delle insoddisfazioni, per “purificarsi” emozionandosi. Fossi il presidente, lascerei perdere tutto, non finirei di lavorare, e mi stancherei subito, e lavorerei anche finito di lavorare. Ma lo farei solo con la consapevolezza che ci vuole arte…e l’arte traspare.
toro
La catarsi
Clicco due volte sull’icona di word, ed è sempre una sensazione curiosa e spaventata al contempo per come andrà a finire.
La teoria è nota, l’allenamento è stato fatto in...
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