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La classe di Fiore accende il Toro

Era atteso da giorni l’annuncio, alla fine il Valencia ha ceduto per assecondare la volontà del giocatore, che a tutti i costi voleva vestire la maglia granata. I dirigenti spagnoli, su tutti Amedeo Carboni, l’ex giallorosso...

Redazione Toro News

Era atteso da giorni l’annuncio, alla fine il Valencia ha ceduto per assecondare la volontà del giocatore, che a tutti i costi voleva vestire la maglia granata. I dirigenti spagnoli, su tutti Amedeo Carboni, l’ex giallorosso ora direttore sportivo del club, hanno dato il via libera al prestito dell’ex viola e laziale, venendo incontro alle esigenze di Cairo che non voleva acquisire il giocatore a titolo definitivo. Ancora una volta il mercato granata ha portato a casa un giocatore dal passato gigliato, prima Pancaro, poi Di Loreto e infine il centrocampista cosentino, una terra sempre più ricca di talenti.

"La classe e la fantasia di Stefano Fiore non si discutono, da anni è sulla breccia del calcio internazionale come uno dei migliori talenti italiani, ha al suo attivo 286 presenze in A con 45 gol segnati. Risulta essere anche un giocatore estremamente corretto, nella sua decennale attività non è mai stato espulso. Nel suo palmares si contano anche alcune presenze in Nazionale, con l’esordio in Italia-Svezia (1-0) il 23 febbraio 2000. La sua carriera è partita dalle giovanili del Cosenza, per poi approdare al Parma, Padova, Chievo, Udinese, Lazio, Valencia e Fiorentina.

"L’anno scorso Della Valle fece la stessa mossa di Cairo prendendolo in prestito sempre dal Valencia, Prandelli l’ha utilizzato come pedina inventiva a centrocampo, qualche volta sulla fascia, altre come trequartista puro. Fiore ha avuto dalla sua l’appoggio dello strepitoso Luca Toni, il quale può soprattutto ringraziare l’intuito del geniale centrocampista calabrese se ha segnato 31 gol in A, risultando il miglior bomber europeo. Tuttavia non si può dire che Fiore sia sempre stato perfetto in campo, è andato bene all’inizio e nel finale, ma ha avuto un vistoso calo nella parte centrale del campionato scorso, dove è stato addirittura messo in discussione dai critici e tifosi. C’è voluto tutto il pragmatismo di Cesare Prandelli che non ha mai abbandonato la decisione di schierarlo titolare, spesso a ragione. Come per tutti i fantasisti non gli si può chiedere una concentrazione perfetta per tutti i novanta minuti, ma basta un quarto d’ora dei suoi per ribaltare la situazione.

"A Firenze, città critica per tradizione e carattere, lo rimpiangono e avrebbero fatto carte false per tenerselo, ma la politica dei Della Valle non prevedeva più il suo servizio volendosi affidare ai più giovani Montolivo e Santana, con l’aggiunta dell’esperto Liverani. Fiore c’è rimasto male quando la Fiorentina ha deciso di non rinnovargli la fiducia, soprattutto perché non era del tutto soddisfatto di rientrare in Spagna. Di lui a Firenze ricordano la sua serietà, semplicità e anche signorilità, non ha mai creato polemiche sterili, se non qualche mugugno sacrosanto quando le cose non andavano a dovere.

"Cairo ha fatto bene a pressare fino all’ultimo per avere il giocatore, se ben utilizzato, insieme a Rosina, De Biasi potrebbe anche giocare in talune occasioni con una punta sola, sfruttando appunto le qualità di questi suoi due funamboli d’attacco.