di Andrea Ferrini
toro
La mentalità conta
di Andrea Ferrini
Ne abbiamo sentite di tutti i colori lunedì sera dopo Torino-Brescia: alcuni contenti per la grinta, altri stanchi della mancanza di cinismo; Steva ottimo, Steva inconcludente;...
Ne abbiamo sentite di tutti i colori lunedì sera dopo Torino-Brescia: alcuni contenti per la grinta, altri stanchi della mancanza di cinismo; Steva ottimo, Steva inconcludente; cambi troppo tardivi, cambi forzati dalle assenze; Ebagua macchinoso, Ebagua preziosissimo e in palla. Insomma tutto e il contrario di tutto.
Questo dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il calcio è uno sport soggettivo: ognuno vede ciò che vuole. E forse è una delle peculiarità più belle di questo sport.
Questo Toro, indubbiamente, sta crescendo. Ha bisogno di tempo, ce l'hanno ripetuto in tutti i modi. Quantomeno i segnali che arrivano dal campo sono positivi, non ancora del tutto soddisfacenti, ma positivi.
Quello su cui il mister dovrà lavorare nel corso della stagione sarà la mentalità. Il cuore Toro non è solamente dare tutto per 90 minuti più recupero; è anche la consapevolezza e l’arroganza che ti fa scendere in campo per vincere, qualunque sia l’avversaria che si ha di fronte. Quel piglio che, per il momento, si accende solo a tratti.
Quello che deve piantarsi in testa a tutti quanti, sì, anche a certi tifosi, è un coro che abbiamo spesso sentito partire dalla Maratona “Per andare in A bisogna vincere”. Bene l’identità di squadra, bene lo spirito di gruppo, bene le fiammate del singolo e i movimenti che cominciano ad automatizzarsi. Ma troppo spesso, in passato, abbiamo rimpianto i punti e i punticini persi per strada, il pareggio subito in extremis, la vittoria decisiva sfumata malamente. Partite che una dopo l’altra hanno pesato come macigni a fine stagione.
Sarà la mentalità che farà fare a questo Toro volenteroso il salto decisivo verso la stagione della… non lo diciamo, per scaramanzia.
(Foto: M. Dreosti)
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