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La moviola di Crotone-Torino 0-2: Nicola non si lamenta a sproposito

Il primo gol di Belotti è evidentemente viziato da una posizione di fuorigioco, seppur lieve, del giocatore stesso. E sul calcio di rigore...

Redazione Toro News

"Prestazione insufficiente per Domenico Celi, che nel corso del match tra Crotone e Torino si perde qualche episodio: alcuni di essi sono poi stati decisivi. Ma andiamo, con ordine, a rivedere il match dal punto di vista del direttore di gara.

"Da gestire è facile il primo tempo, nel quale non accade pressoché nulla, eccetto un episodio: Belotti è lanciato a rete, al minuto 32, e viene atterrato con un colpo di coscia da Ceccherini. L'attaccante granata resterà a terra per il colpo subìto, ma l'arbitro non ha fischiato neppure il fallo in una situazione in cui poteva anche arrivare una sanzione disciplinare.

"Passando al secondo tempo si arriva all'occasione per Josef Martinez, che viene lanciato in porta con un grande pallone, ma la sua posizione è viziata da un fuorigioco palese: giusto fermare l'azione che, in ogni caso, era già stata sprecata dall'attaccante venezuelano.

"Ed ecco gli episodi incriminati del match: al minuto numero 34 il Torino passa in vantaggio con una rete di pregevole fattura, griffata Ljajic-Belotti. Tuttavia, nel passaggio del serbo all'attaccante della Nazionale, il Gallo si trova in posizione - se pur non eclatante - di fuorigioco, e l'azione andava interrotta. Ad onor del vero la chiamata per il guardalinee non era affatto facile, perché Belotti si sposta molto velocemente.

"L'altro episodio sotto accusa avviene appena 2 minuti dopo il vantaggio granata: Falcinelli riceve un lancio lungo, che prova a controllare di testa. A marcarlo c'è Rossettini, che gli tira la maglia e lo colpisce al volto con il piede, cercando di allontanare il pallone che era diventato pericoloso. Secondo il regolamento gli estremi per un calcio di rigore in favore del Crotone c'erano tutti: due gravi errori di Celi nel giro di due minuti nei quali si è decisa - di fatto - la partita. Le parole di Nicola e di Ferrari, perciò, non erano usate a sproposito: i calabresi hanno più di qualcosa su cui recriminare.