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La scommessa di Mazzarri: Meitè (o Lukic) alla Hamsik

Il tema / In una recente intervista il tecnico ha spiegato ulteriormente il suo piano tattico ideale

Gianluca Sartori

Soualiho Meité alla Marek Hamsik dei tempi di Napoli. È probabilmente la scommessa tecnico-tattica più grande di Walter Mazzarri da tecnico del Torino. Non è certo una novità (il francese in quella posizione si era già visto, a tratti, a Parma), ma nell’intervista al Corriere dello Sport Mazzarri ha confessato ancora una volta di avere un debole per questa idea, più che per il 3-4-3 con Falque e Verdi alle spalle di Belotti (che comunque resta alternativa valida in talune situazioni). E l’assetto potrebbe essere riproposto contro il Cagliari. L’ex Monaco come pedina mobile dello scacchiere tattico granata.

FINTO TREQUARTISTA - Lo possiamo chiamare “finto” trequartista con un duplice compito: in fase di possesso quello di avanzare tra le linee a formare un 3-4-2-1, con compiti di inserimento e conclusione. In fase di non possesso quello di arretrare come intermedio di centrocampo per garantire almeno la parità numerica nella zona nevralgica del campo. Lo faceva appunto Hamsik nel Napoli di Mazzarri. In quegli anni, il campione slovacco, che il tecnico toscano ha detto sempre di ritenere il prototipo del suo giocatore ideale per caratteristiche tecniche e umane, sfoderò stagioni di altissimo livello centrando la doppia cifra in tre stagioni su quattro (segnando comunque nove reti nella quarta).

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LA SCOMMESSA - Mazzarri ha una grandissima fiducia nelle qualità di Meité: lui stesso, in tempi non sospetti, lo paragonò per certi versi a Pogba. Per il tecnico, il francese per qualità tecniche e organiche può fare quel lavoro a elastico che ama. Un altro che per caratteristiche può secondo lui adattarsi a questo è Sasa Lukic, che infatti ha impiegato come “finto” trequartista a Udine (con risultati non eccezionali, non solo per colpa del serbo) e - in un diverso e ancora più caleidoscopico contesto tattico - contro il Napoli quindici giorni prima. Certo è una bella ambizione scommettere sul fatto che Meitè (o Lukic) possa avere un rendimento anche solo paragonabile a quello dell’Hamsik dei tempi d’oro. Se le cose andranno male, Mazzarri potrebbe essere ritenuto uno che snatura le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Se invece andassero bene, il tecnico sarà ritenuto un innovatore. Al campo l’ultima parola, in un momento in cui il Torino deve assolutamente risollevarsi a livello di gioco e risultati.

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