"di Alessandro Salvatico
toro
La seconda possibilità
di Alessandro Salvatico
Il tifoso del Torino si trovava, ieri, nella situazione quasi inedita di essere quasi “costretto” a dare contro ai giocatori della squadra del cuore, ma...
"Il tifoso del Torino si trovava, ieri, nella situazione quasi inedita di essere quasi “costretto” a dare contro ai giocatori della squadra del cuore, ma senza essere del tutto convinto di aver centrato il bersaglio centro. Vi era quasi costretto dal risultato, dalla situazione che si prospettava (e si prospetta): terza sconfitta consecutiva, tre gol presi a domicilio, orrori difensivi, arcinota pochezza offensiva, penultimo posto in classifica, e chi più ne ha più ne metta.
"Ma, a fronte di tante ragioni, la contestazione verso i giocatori è stata, tutto sommato, blanda. E in effetti, riguardando oggi la partita contro la Sampdoria, a mente fredda e senza le emozioni -negative- che da questo incontro scaturivano nell’osservatore di parte, è difficile scagliarsi contro i singoli ragazzi in maglia granata additandoli ed accusandoli di scarso impegno, di non correre, di evitare anche solo di provarci.
"Tutte accuse che invece, in un passato nient’affatto recente, potevano essere mosse ai giocatori senza tema di andare errati. La mente va a Siena-Torino e Torino-Fiorentina, le partite in cui la squadra “mollò” De Biasi. O al Chievo-Torino che fu la fronda anti-Zaccheroni, o a diverse altre occasioni che, senza magari rappresentare la rivolta contro l’allenatore, furono comunque caratterizzate da prestazioni prive di mordente, di sudore, di Toro.Non c’è stato tutto questo, ieri, onestamente; non è questo, ciò che si è visto in campo.
"Si è vista la pochezza di un gioco che non sa coniugare difesa e attacco. E non è esattamente un “difettuccio”. Dopo settimane e settimane passate a cementare la tenuta del reparto arretrato, e caratterizzata dall’inesistenza -più che dall’evanescenza- in attacco, ora il Torino presenta una linea difensiva presa d’infilata da compagini rispettabili, ma non da Champions; difesa messa in tali ambasce dal solo tentativo di arrivare a rendersi finalmente pericolosa in avanti. Ma non è accettabile che una squadra debba condurre le due fasi -attacco e difesa- solo a fasi alterne, anzi a partite alterne.
"La conduzione tecnica ha fallito. Cairo esonererà Novellino, e difficilmente potrebbe fare altrimenti; i tifosi gliel’avevano chiesto all’epoca della cacciata (dell’ultima cacciata) di De Biasi, “Novellino no”, ai cancelli dell’Olimpico. Il presidente ha voluto richiamare chi già aveva fallito, e la curva ieri l’ha contestato. Una piccola parte, che ha anche ricevuto i fischi di molti altri tifosi, ma è una prima volta comunque significativa. Fattostà che il presidente, che pure ha commesso i suoi errori, non si può autosospendere, e come sempre farà l’unica cosa possibile, ossia provare a salvare la baracca chiamando un altro tecnico.
"I numeri non danno scampo a Monzon, ed è inutile stare ad elencarli. Era la sua seconda chance qui al Toro, e non a tutti viene concessa. Le sue parole di fiducia, al termine della gara di ieri, sembravano pura circostanza -come è normale che sia-, mentre altre esternazioni gli attiravano perplessità; come quando dichiarava che “con Cassano lotteremmo per la Uefa” (uscita infelice nei confronti dei propri giocatori), mentre ai tempi di De Biasi l’attuale rosa del Torino, era, appunto “un organico da Uefa”. Le intenzioni erano le migliori e i convincimenti novelliniani, senza ombra di dubbio, autentici: come l’uomo. Sono i fatti a non avergli dato ragione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA