di Paolo Morelli
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La tendenza al ”Guardiolismo”
di Paolo Morelli
Quando si parla di "progetto", si parla innanzitutto di allenatori. La tendenza degli ultimi anni ha fatto sì che le società mettessero da parte i...
Quando si parla di "progetto", si parla innanzitutto di allenatori. La tendenza degli ultimi anni ha fatto sì che le società mettessero da parte i grandi nomi, per affidarsi a tecnici giovani, poco conosciuti e spesso legati all'ambiente della società stessa. Prendiamo Guardiola. Alla prima esperienza con un grande club, ha centrato tutti gli obiettivi di quest'anno. Non sono cose che succedono per caso o perché si allena una squadra colma di campioni (basti pensare all'Inter). Guardiola ha successo perché è valido, determinato e si trova all'interno di un solido progetto.Guardando in Italia, il primo esempio che viene in mente è Zenga. Ex calciatore di indubbio talento, si è fatto le ossa all'estero per poi venire qui portando qualche interessante novità tattica. Come ad esempio la "doppia barriera" sulle punizioni, e se a qualcuno non sembra nulla di che, si riguardi la partita di andata del Torino col Catania. La squadra etnea, tra l'altro, ha trovato il sostituto di Zenga, Gianluca Atzori, ex calciatore del Catania. Poi ci sono Allegri, Gasperini, allenatori in precedenza poco quotati ma sui quali le società hanno deciso di costruire un progetto. Una pratica che, a quanto pare, paga.Il Toro potrebbe avere il suo Guardiola, con le dovute proporzioni. Si chiama Giancarlo Camolese ed ha indossato la maglia granata in prima squadra tra il 1977 e il 1979, dopo aver passato gli anni precedenti nelle giovanili del Filadelfia. Un allenatore giovane, non certo alla prima esperienza, ma volenteroso e proveniente dall'ambiente granata. Contando quanto di buono fatto in passato qui (incluse le ultime nove partite del campionato appena concluso), ci sarebbero tutte le premesse per confermarlo pianificando - ma questa volta sul serio - un progetto vero. E' una scelta che spetta alla società, e se non dovesse essere Camolese, ci auguriamo che il Toro possa seguire la stessa strada battuta con successo da molte altre squadre, in Italia e all'estero.
Foto: calcioblog.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
Quando si parla di "progetto", si parla innanzitutto di allenatori. La tendenza degli ultimi anni ha fatto sì che le società mettessero da parte i...
Quando si parla di "progetto", si parla innanzitutto di allenatori. La tendenza degli ultimi anni ha fatto sì che le società mettessero da parte i grandi nomi, per affidarsi a tecnici giovani, poco conosciuti e spesso legati all'ambiente della società stessa. Prendiamo Guardiola. Alla prima esperienza con un grande club, ha centrato tutti gli obiettivi di quest'anno. Non sono cose che succedono per caso o perché si allena una squadra colma di campioni (basti pensare all'Inter). Guardiola ha successo perché è valido, determinato e si trova all'interno di un solido progetto.Guardando in Italia, il primo esempio che viene in mente è Zenga. Ex calciatore di indubbio talento, si è fatto le ossa all'estero per poi venire qui portando qualche interessante novità tattica. Come ad esempio la "doppia barriera" sulle punizioni, e se a qualcuno non sembra nulla di che, si riguardi la partita di andata del Torino col Catania. La squadra etnea, tra l'altro, ha trovato il sostituto di Zenga, Gianluca Atzori, ex calciatore del Catania. Poi ci sono Allegri, Gasperini, allenatori in precedenza poco quotati ma sui quali le società hanno deciso di costruire un progetto. Una pratica che, a quanto pare, paga.Il Toro potrebbe avere il suo Guardiola, con le dovute proporzioni. Si chiama Giancarlo Camolese ed ha indossato la maglia granata in prima squadra tra il 1977 e il 1979, dopo aver passato gli anni precedenti nelle giovanili del Filadelfia. Un allenatore giovane, non certo alla prima esperienza, ma volenteroso e proveniente dall'ambiente granata. Contando quanto di buono fatto in passato qui (incluse le ultime nove partite del campionato appena concluso), ci sarebbero tutte le premesse per confermarlo pianificando - ma questa volta sul serio - un progetto vero. E' una scelta che spetta alla società, e se non dovesse essere Camolese, ci auguriamo che il Toro possa seguire la stessa strada battuta con successo da molte altre squadre, in Italia e all'estero.
Foto: calcioblog.it
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