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Le buone maniere di Cairo

Nel calcio non si usano più, ma il presidente granata, in questi suoi pochi mesi di presidenza, ha portato aria nuova a partire dalla fiducia che ha saputo dare al suo allenatore nel primo momento difficile della sua...

Redazione Toro News

"Nel calcio non si usano più, ma il presidente granata, in questi suoi pochi mesi di presidenza, ha portato aria nuova a partire dalla fiducia che ha saputo dare al suo allenatore nel primo momento difficile della sua avventura in granata. Il primo segnale che Urbano I ha dato è quello di non urlare contro gli errori arbitrali, salvo farlo presente all’ennesimo presunto torto. Ha portato bene perché contro il Mantova le cose sono andate meglio, a Cesena ci sarebbe da recriminare per un rigore dato con troppa leggerezza, ma il risultato finale fa tacere anche questi dubbi.

"Il presidente Urbano comunque s’è distinto maggiormente per aver scelto di continuare a dare fiducia a De Biasi, sorvolando con tenacia sugli avvoltoi che svolazzavano sopra il difficile momento del mister granata, fortemente voluto da Cairo per cominciare la sua avventura in granata. Ora i fatti e i risultati iniziano a dargli ragione. Sono arrivate due vittorie di seguito contro grandi concorrenti come Mantova e Cesena e una classifica che torna a farsi prepotentemente interessante.

"Questa oltretutto è una stagione davvero disgraziata per gli allenatori, ne salta almeno uno a settimana, tra serie A e B, poi ritornano come Ulivieri al Bologna per fare qualche esempio, mentre altri non hanno l’effetto sperato. Prendiamo il Livorno miracoloso della prima parte di stagione con Donadoni e ora in caduta libera con il vecchio Mazzone, si può ringraziare l’ex campione del Milan se gli amaranto toscani possono godere di una classifica tranquilla. Tra l’altro l’ex mister livornese fu delegittimato dopo un pareggio, nemmeno per una sconfitta.

"La forza di Cairo si è vista in questo momento difficile, figlio anche di una mancata preparazione estiva, di giocatori nuovi arrivati a gennaio che hanno avuto difficoltà di integrazione. A settembre la squadra è stata fatta in nove giorni, ha fatto miracoli a rimanere tra le prime in classifica e non fu solo fortuna, l’entusiasmo aiutò molto, ma anche il forte gruppo che De Biasi seppe creare. A gennaio arrivarono altri giocatori di valore che forse crearono qualche invidia, perchè rischiare il posto non piace a nessuno soprattutto per chi ha lavorato in modo sodo per fare risultato e farsi apprezzare nel momento della rinascita.

"Probabilmente il “confessore” Cairo ha capito la situazione e l’ha presa in mano sapendola gestire con la calma necessaria. Ancora una volta ha avuto ragione e visto che è un uomo ambizioso alla fine quell’innominabile traguardo arriverà, ovviamente in modo sofferto, perché il dna del Toro non è cambiato, ma in fondo è quello che ha reso forti i tifosi in questi anni travagliati.