Nessuno vuole fare il corvo prima del tempo, ma è indiscutibile che quest’anno è passata la linea dura, forse perché ormai tutti si sono accorti che il calcio sta scomparendo in abissi profondi. Beato chi in passato è riuscito a salvarsi in extremis potendo contare su leggi e leggine fatte ad hoc, come il Parma che pur avendo avuto un patron inquisito, il granata Tanzi, incarcerato per frodi molto gravi, ha potuto avvalersi della Marzano che gli ha permesso di rimanere in serie A, sia chiaro in modo del tutto regolare. Così è successo alla Lazio che, grazie a Lotito come dicono i biancazzurri, è riuscita a rimanere a galla potendo spalmare i debiti in ventitre anni, anche in questo caso nulla è illegale. L’anno scorso il Siena fu indagato per una presunta scommessa clandestina, ma la questione è passata nel limbo. Nel 2005 giro di vite per tutti, il Genoa, reo non confesso, ma intercettato, è retrocesso in C1 per essersi venduta l’ultima partita contro il Venezia, quando i grifoni erano praticamente già in A. Ora il più antico club italiano rischia anch’esso di scomparire, si parla già di fallimento. Tanti i dubbi però attanagliano le menti sulla questione: è stato così ingenuo Preziosi da farsi beccare in telefonate troppo pericolose, o il numero uno genoano è stato troppo spavaldo sperando di farla franca in nome del fatto che “tanto nel calcio fan tutti così?”. Passando al Torino, Cimminelli non paga l’erario entro il termine dovuto e non viene iscritto, cerca la fideiussione e non la trova, anche se qualcuno osa ancora pensare che ce la farà, cosa che gli auguriamo di cuore. Come in altri casi c’è un dubbio: perché l’iscrizione della Reggina non è stata messa a rischio pur avendo presentato tre fideiussioni non valide? Forse l’ultimo spasimo di vita granata potrebbe passare sui ricorsi di Gazzoni, che vuole a tutti i costi la A pur avendola perduta sul campo. Rimane poco tempo per la salvezza, dopo si celebreranno gli illustri funerali, che valgono come un requiem per tutti. Il calcio non è più solo malato, è senza speranza se non si mettono regole uguali per tutti e personaggi più credibili a governarlo.
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Le morti annunciate del calcio
Nessuno vuole fare il corvo prima del tempo, ma è indiscutibile che quest’anno è passata la linea dura, forse perché ormai tutti si sono accorti che il calcio sta scomparendo in abissi profondi. Beato chi in passato...
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