E' inusuale, commentare la prestazione di una squadra (il Lecce) che ha tirato due volte in tutta la partita verso la porta di Sereni (attentissimo su entrambe), e che ciononostante ha meritato la vittoria. Sintetizzando, Lecce contro Torino è stata poco contro pochissimo, ma certo sembrava di assistere ad un match di bassa, bassissima classifica, più che ad una sfida di vertice. I giallorossi hanno realizzato due reti senza arrivare una volta al tiro (rimpallo+rigore), nel corso dei 90' i granata han messo a statistica molte più conclusioni ma tutte deboli, centrali, non pericolose. Insomma, se non fosse stato per le topiche clamorose in cui è incorsa la retroguardia di Colantuono, il Lecce non sarebbe riuscito a sfondare.Eppure i salentini sono stati superiori, e hanno meritato ai punti. Il risultato che meglio di ogni altro avrebbe fotografato quanto visto al “Via del Mare” sarebbe forse stato l'1-0 su “gollonzo” maturato dopo pochi giri di lancetta: una partita brutta, decisa da un episodio fortunoso, senza che nessuna delle due contendenti costruisca uno straccio di gioco. Ma la verità è che i padroni di casa hanno dato l'impressione di sapere che tipo di calcio dovevano fare più di quanto abbiano fatto degli ospiti parsi fiacchi e sfilacciati.Lo schieramento mandato in campo da Colantuono è sembrato in parte tradire le intenzioni bellicose palesate dal mister nelle dichiarazioni del prepartita: il presunto 4-3-3 è stato un purissimo 4-5-1, con Léon e Gasbarroni tanto lontani da Bianchi da risultare completamente inutili alle intenzioni offensive del Toro, che dalla metà campo in su non è sempre evaporato come gas (o come Gas); un atteggiamento tattico che riflette un atteggiamento mentale, parso fin dal principio non orientato a far male, a spaventare l'avversaria, ma a svolgere un compitino destinato fatalmente a concludersi male.E così è stato: e, va detto, quasi esclusivamente per demeriti granata. Ieri dicevamo che una sconfitta in casa del Lecce, sulla carta e dopo quattro successi in fila, avrebbe forse potuto essere accettata, se giunta dopo un match con determinate caratteristiche; ebbene, dopo aver visto la partita, e dopo aver visto il Lecce, è invece un ko che alimenta il rammarico, perché la mollezza e gli errori hanno determinato un risultato che avrebbe potuto essere diverso. Le assenze sono una scusa che regge fino ad un certo punto: senz'altro Garofalo e Pestrin sono due cardini del nuovo Toro, ma in casa ci sono Rubin e Coppola che in Serie B sono elementi di grande valore. Forse è mancata di più (chi l'avrebbe detto? Noi, no) una seconda punta ad aiutare il solingo Bianchi. Ma certo, col senno di poi è semplice ogni considerazione tecnico-tattica, dunque qui ci fermiamo. Non ci fermiamo, invece, nel sottolineare come il Toro avrebbe potuto far sua la partita, ed uscirne quantomeno indenne, con un approcio diverso. E non manchiamo neppure di sottolineare come, nonostante tutto, si sia perso un solo punto da una Serie A che rimane lì, ad un passo.
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Lecce vs Torino: poco vs pochissimo
E' inusuale, commentare la prestazione di una squadra (il Lecce) che ha tirato due volte in tutta la partita verso la porta di Sereni (attentissimo su entrambe), e che ciononostante ha meritato la vittoria. Sintetizzando,...
(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E' inusuale, commentare la prestazione di una squadra (il Lecce) che ha tirato due volte in tutta la partita verso la porta di Sereni (attentissimo su entrambe), e che ciononostante ha meritato la vittoria. Sintetizzando,...
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