Giancarlo Abete è il nuovo commissario della Lega Serie A. Lo ha stabilito il Consiglio Federale della FIGC tenutosi oggi a Roma. È l’ex presidente federale, la cui figura è stata proposta dall’attuale numero uno della FIGC Gravina, a rappresentare la soluzione provvisoria per la Governance della Lega Serie A, che tra dimissioni, commissariamenti e veleni non riesce a trovare consenso tra i club su una guida stabile. I club della massima serie non sono riusciti neanche ieri ad arrivare al quorum richiesto per nominare un nuovo Presidente. È andato a vuoto il tentativo di eleggere Paolo Dal Pino, dirigente di spicco nel mondo delle telecomunicazioni proposto dalla Roma con l’appoggio di Lazio e Milan. Tutta la situazione si è creata dopo le dimissioni di Gaetano Micciché a causa delle indagini su eventuali irregolarità commesse nella sua elezione lo scorso 18 marzo. La nomina di Mario Cicala come commissario ad acta, poi, ha surriscaldato ulteriormente gli animi. La Federcalcio ha giudicato incompatibile il commissario a causa del suo ruolo nel consiglio di sorveglianza della Lazio di Claudio Lotito e ora i club devono trovare un altro nome spendibile per il ruolo di presidente.
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Lega Serie A, Abete è il nuovo commissario. Lo scenario e il ruolo di Cairo
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CAIRO-LOTITO – Nell’assemblea di ieri il confronto è stato più che vivace, soprattutto tra Urbano Cairo, che ha votato contro la nomina di Dal Pino e Claudio Lotito, uno dei principali sostenitori della sua candidatura. Sono stati Torino e Juventus in primis a guidare la ‘fazione’ anti-Dal Pino, che non è riuscito ad avere la meglio in nessuna delle tre votazioni (bastavano 12 club per l’elezione alla terza tornata). Abete sarà in carica sino al 10 marzo 2020 ma ma la speranza è che non si debbano aspettare altri tre mesi per avere un nuovo presidente. A tal fine è difficile che Dal Pino possa ricandidarsi. E non è da escludere che possa riprendere quota l’ipotesi di un Miccichè-bis.
MICCICHÉ – Un’opzione che Cairo vedrebbe di buon occhio viste le dichiarazioni di qualche settimana fa, in seguito alle sue dimissioni: “Secondo me Micciché aveva fatto un ottimo lavoro in questi 20 mesi, da quando è stato eletto. Sono dimissioni strumentali, perché se in 20 mesi non ci si è ricordati di una elezione che io ricordo regolarissima, con tutti felici della sua elezione, contenti che finalmente si uscisse da un lunghissimo periodo di commissariamento. La votazione fu a scrutinio segreto e poi per acclamazione furono tutti per lui. Quindi non c’era nulla di irregolare”. Lotito e Cairo hanno opinioni completamente differenti e a detta di alcuni il confronto sarebbe sfociato in un diverbio quasi fisico. Sono previsti altri incontri a partire da gennaio per capire quale delle due correnti riuscirà a raggiungere il consenso sufficiente per nominare un nuovo Presidente.
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