Lentezza granata

di Paolo Morelli

Una delle caratteristiche migliori di una squadra di calcio è la capacità di ribaltare le azioni in contropiede. Ma per farlo, i suoi interpreti devono possedere una certa abilità nel velocizzare le azioni. Cosa che al Toro, tranne pochissime eccezioni, quest’anno non si è vista.La monolitica formazione granata, gode di una certa capacità di accelerazione solo sulle fasce, come è giusto e doveroso che sia, con Abate da una parte e – in misura minore – Rubin dall’altra. Difesa, attacco e centrali di centrocampo sono ancora piuttosto lenti. Lo stesso Dzemaili, per quanto si distingua in maniera eccellente per abnegazione, qualità e quantità, in fatto di velocità potrebbe lasciare un po’ a desiderare. Per non parlare di Barone e Zanetti, o Pratali e Di Loreto. Ma anche Amoruso, il quale in molti casi finiva col rallentare l’azione granata.Di questo i dirigenti granata si sono già accorti. Non per niente l’obiettivo primario di questa sessione invernale del mercato è, per ora, Dellafiore. Un centrale già conosciuto dal pubblico granata che potrebbe finalmente velocizzare un po’ la ben poco briosa difesa del Toro. In attacco invece, se andassero via Ventola e Stellone (uno scambio col Genoa per avere Potenza?) si potrebbe (dovrebbe) pensare ad un centravanti rapido in grado di sostenere un improvviso cambiamento di fronte. Eppoi un attaccante rapido potrebbe, di riflesso, spingere a migliorare su questo fronte anche i difensori che già sono in forza al Toro.Perché? Perché se in allenamento un centrale lento deve marcare un attaccante lento, nessuno dei due è spinto a correre di più (aumentando gradualmente la propria rapidità). Se invece il centrale lento si scontra con l’attaccante veloce, a quel punto sarà portato a darsi da fare per diventare più rapido. Idem per l’attaccante lento marcato dal difensore veloce. Inserire qualche elemento di maggiore rapidità in squadra, potrebbe porre un rimedio ad un’altra cronica mancanza di questo Toro: la velocità.