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Liste UEFA, servono 4 giocatori cresciuti nel vivaio: Edera sì e Bonifazi no

Regolamento / Su 8 giocatori cresciuti nella propria Federazione, la metà devono aver giocato almeno 3 anni nel club di appartenenza tra i 15 e i 21 anni

Roberto Ugliono

Con il Torino in Europa League, è ora di ripassare anche le regole per l'iscrizione della rosa alla competizione imposte dalla UEFA. Le società devono presentare due liste (A e B) da 25 giocatori (entrambe non devono essere 'riempite' obbligatoriamente), le quali differiscono tra di loro per i limiti di età: nella A non ve ne sono, mentre nella B possono essere registrati solamente calciatori che abbiano al massimo 21 anni.

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LISTA A - Nella seconda, oltre al tetto di età, il vincolo è che i giocatori in questione abbiano giocato per il club di appartenenza attuale per due anni consecutivi dal compimento dei 15 anni (la lista può essere aggiornata entro la mezzanotte del giorno precedente di ogni sfida). Nella lista A i limiti sono più restrittivi. Oltre ai 17 slot che le società possono riempire a loro discrezione, vi sono altri 8 posti nei quali possono essere registrati un massimo di 4 giocatori che tra i 15 e i 21 anni siano stati tesserati per almeno 3 anni in un club della federazione di appartenenza e 4 che, nella stessa fascia di età, devono aver passato tale periodo nel club attuale. Le categorie dunque sono due: calciatori cresciuti dal club e giocatori cresciuti nella federazione. Nel caso la società non riesca a riempire tali slot, il numero di giocatori della lista A si riduce.

TORINO -  Con questi presupposti, il Torino deve valutare chi inserire nella lista A. Al momento, infatti, i granata (escludendo i giocatori in uscita dalla Primavera) non riuscirebbero a iscrivere 25 calciatori nella prima lista proprio per la regola dei giocatori cresciuti dal club. Gli unici a rientrare in questi parametri sono Parigini ed Edera, che hanno giocato più di 3 anni con il Torino tra i 15 e i 21 anni, mentre Kevin Bonifazi ha una sola stagione da tesserato del Torino. Questi sono aspetti su cui la società granata dovrà ragionare, perché il difensore ex SPAL, per il regolamento della Serie A, rientrerebbe tra i giocatori cresciuti nel vivaio (per la FIGC si rientra in questa categoria se la società di appartenenza ha avuto il cartellino di tale giocatore per 3 anni).