Un tesoro tecnico assoluto, spesso incostante ma che, nei numeri ha portato ad un terzo dei gol segnati sotto la gestione Mazzarri. Stiamo parlando del talento migliore del Torino, Adem Ljajic: giocatore da grandi colpi e purtroppo grandi “pause”. Il tecnico granata ha trovato il modo di inserire il serbo nel proprio impianto di gioco collocandolo nel 3-4-1-2 da trequartista centrale. Un ruolo che sta interpretando con buoni risultati, pur accusando (come tutta la squadra) una carenza fisica evidente nelle ultime partite. E anche un certo nervosismo, durante la gara contro la Lazio. Qualità importanti, le sue, che la società e Mazzarri conoscono bene. Se messo in condizione di potersi esprimere al meglio, Ljajic può fare la differenza – e in vista della prossima stagione proprio questo punto dovrà essere valutato.
I numeri sono dalla sua, almeno dal suo ritorno nel 2018 con Mazzarri. Otto presenze, tre gol (di cui uno da tre punti) e tre assist. Questo il bilancio, a tre giornate dalla fine del campionato Sui 19 gol totali finora segnati dai granata da gennaio a questa parte, circa un terzo – dunque – arrivano da una giocata del serbo, e non è certo un dato da poco visto che la prima presenza nel 2018 di Ljajic è datata 25 febbraio. Fondamentale, però, sarà capire quale tipo di giocatori comporranno il nuovo Toro di Mazzarri e con quali caratteristiche in dote. Sicuramente, ci sarà spazio per la qualità – di cui Ljajic può essere massimo dispensatore. Se resterà, Ljajic dovrà essere integrato al meglio negli schemi di Mazzarri, in modo da portare la sua tecnica al centro della squadra: la missione del Toro per trasformare il suo diamante (eternamente) grezzo in qualcosa di più.
Centrocampo forte e dai piedi buoni capace di interdizione e ripartenza. Cosi Ljajic non è costretto ad andare al limitw della nostra area a prendere palloni. Siamo sempre lì, centrocampo centrocampo centrocampo