"Inconfondibile voce di Radio Sportiva, tanta esperienza nel mondo del calcio e non solo. Per avere un’opinione autorevole, ma anche estranea ai condizionamenti dell’ambiente granata, ci siamo fatti dare una mano da Enzo Bucchioni per capire pregi e difetti di questo Torino dopo dieci partite.
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L’opinione di Bucchioni: “Belotti era da vendere due estati fa, è stato sopravvalutato”
Esclusiva / Il giornalista a 360° sul Toro: "Cairo buon presidente, Mazzarri perfezionista. I granata possono arrivare in Europa"
Torino-Fiorentina 1-1, giudizio sulla prestazione più che sul risultato.
Il Torino mi è piaciuto di più come assetto di squadra e organizzazione di gioco. Continua ad avere queste amnesie che lo condizionano. Stavolta è successo all’inizio, praticamente non si è partiti da zero a zero, ma il Toro si è trovato sotto pronti via. Se riuscirà a trovare continuità nei 90 minuti il Torino ha tutte le carte in regola per arrivare in Europa.
Forse un occhio esterno riesce a giudicare con più oggettività: il Torino è ancora una delle candidate per l’Europa League?
Io vedo un Torino con un ottimo organico e soluzioni di ricambio che, per esempio, la Fiorentina non ha. Soriano se torna in forma può fare la differenza, Zaza deve ancora carburare. Sabato in panca c’era anche gente come Berenguer, giocatore per me importantissimo, o Edera. Il campionato ti fa pagare caro il non avere alternative valide in caso di infortuni o squalifiche. Mazzarri ha soluzioni. Secondo me a lottare per l’Europa League saranno Torino, Fiorentina e Atalanta, che davamo per spacciata ed è tornata in corsa e secondo me è la più attrezzata. La Sampdoria per ora è lì, ma poi sappiamo che a gennaio vendono sempre qualche giocatore e in primavera calano.
Quello che sembra mancare ai granata sono i gol delle punte, soprattutto del proprio capitano.
Belotti per ora non ha fatto bene, ma il peccato originale è stato non averlo ceduto due estati fa. La storia ci insegna che certi giocatori che hanno certe stagioni devi venderli nel momento migliore, altrimenti dopo te ne penti. Forse anche lui stesso, senza dirlo perché è un professionista esemplare, aveva pensato di andarsene in qualche grande squadra e poi ha somatizzato la delusione per essere rimasto. Non è più sereno mentalmente. Quelle plusvalenze vanno fatte, dai 70 ai 100 milioni si vende, cosa vuoi ancora di più?
Al di là del valore economico, Belotti è un giocatore da 26 gol stagionali come nel 2016/’17 o ci siamo tutti illusi ed è un onesto attaccante da 12-15 gol a campionato?
Da 26 credo proprio di no. Era chiaro che quella fosse la sua stagione perfetta, quella in cui ti riesce tutto bene. Ci sono stati tanti altri come lui che negli anni successivi si sono poi assestati sui 13, 15, magari 18 reti. Con tutto il bene che si può volere al ragazzo, il valore di Belotti non è di un bomber da 26 gol. Non è quel campione che è sembrato a tanti, è uno che da sempre tutto in campo, ma ha lacune tecniche. Ognuno al suo livello.
Sono considerazioni tristi anche in chiave Nazionale…
In azzurro ci sono tre, quattro concorrenti del suo stesso livello, giocherà chi è più in forma, chi la butta dentro. Il gioco scelto da Mancini, con praticamente 8-10 giocatori nella metà campo avversaria non è fatto per gente come Belotti o Immobile che si esaltano negli spazi. Mancini privilegerà punte più tecniche e agili nello stretto.
Uno così, sfortunatamente non convocabile dall’Italia, è Iago Falque. Il Toro ha mostrato di dipendere molto dallo spagnolo.
Dal punto di vista tecnico è di una categoria superiore. Se c’è uno che fa la differenza nel Torino, è lui. Mi sembra anche che siamo molto dentro il gruppo, mentalmente in piena forma, ha voglia e fa gol straordinari che non vengono per caso. È uno di quelli che non toglierei mai, anzi, se fossi un allenatore la mia formazione sarebbe: Iago Falque e altri dieci intorno a lui.
A proposito di allenatore, Mazzarri sta forse riuscendo a togliersi di dosso la nomea di “troppo prudente”?
Chi dice che è pauroso deve andarsi a rivedere il suo Napoli con Hamsik, Cavani, Lavezzi… Mazzarri è sicuramente uno che ama l’equilibrio e mi meraviglio che la difesa del Torino non sia ancora diventata impenetrabile, ma finora ci sono stati errori più che altro individuali, non di collettivo. Però le sue squadre sono sempre scese in campo con tanti attaccanti. A me piace molto, forse non sta simpatico a tutti perché è un integralista, un perfezionista. Quando ero direttore del Qs capitava di discutere con lui per il titolo di un articolo, per una parola che non gli piaceva. Vorrebbe che tutto fosse come dice lui e questo lo pora ad avere ammiratori e detrattori, ma se io devo tirare una riga e dire che allenatore è Mazzarri io dico che è uno bravo che ha fatto bene dovunque sia andato. Anche all’Inter, nonostante avesse contro tutti gli argentini. Quando arrivò in nerazzurro ebbe il coraggio di dire al presidente “questi devono smettere di giocare perché sono a fine corsa”. E aveva ragione lui e lo si vide poi negli anni dopo. Quel gruppo di giocatori però gli mise contro la piazza e gran parte della squadra, ma lui riuscì comunque a portare al quinto posto una squadra assolutamente a fine ciclo. L’aveva capito prima di tanti altri.
Torno per un momento all’ultima partita. La butto giù semplice: meglio Cairo o Della Valle?
Meglio Cairo. Sono due presidenti diversi, ma io amo le persone che fanno il passo secondo la loro gamba e Cairo lo ha sempre fatto. Quando c’era da spendere ha speso, quest’estate che la rosa poteva essere migliorata ha portato due giocatori importanti perché ha capito che può essere la stagione giusta. I Della Valle invece hanno buttato via delle occasioni, come quando non fecero campagna acquisti pur essendo secondi in classifica nel gennaio 2016. Imperdonabile. La differenza fondamentale per cui preferisco Cairo è che mi sembra uno che ama il calcio e sta vicino alla sua squadra. I Della Valle sono troppo distaccati.
Pensare che parte della tifoseria granata, direbbe le stesse identiche cose, ma a parti invertite. Questione di punti di vista?
Capisco queste dinamiche, ma bisogna partire da questa domanda: considerando bacino di utenza e fatturato, il Torino poteva fare molto di più di ciò che ha ottenuto in questi anni? Nel calcio di oggi ci sono dei parametri e in tutte queste classifiche il Torino viaggia tra l’ottavo e il nono posto, per cui direi che alla fine dei conti è nella posizione che gli spetta.
Allora cosa manca al Toro dal punto di vista tecnico?
Manca Belotti, perché se questa squadra avesse davanti non dico uno da 26 gol, ma un attaccante normale che la mette dentro senza pressioni, ora avrebbe quei 3-4 punti in più e sarebbe a ridosso della Champions League.
Quindi, un ipotetico Bucchioni allenatore granata ora farebbe accomodare Belotti in panchina e metterebbe titolare Zaza?
Questi sono equilibri psicologici delicatissimi che può valutare solo l’allenatore. Mazzarri è molto attento a questo aspetto perché c’è il rischio di perdere per sempre un giocatore, per cui deve provare a recuperarlo finché è possibile. Vista la situazione da lontano, però, io il cambio lo avrei già fatto. Dentro Zaza che è più vivo. La grande sfida di Mazzarri sarà invece quella di farli giocare insieme. Non appena si accorgerà che la squadra ha il suo equilibrio e può reggere due punte, lo farà di nuovo. E allora penso che vi divertirete.
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