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Loro come Achille, noi come Ettore

di Fabiola Luciani

 

Non è successo. Fosse successo, sarebbe stata la prima volta nella storia che Ettore vince e Achille perde. Non Davide contro Golia,...

Redazione Toro News

"di Fabiola Luciani

"Non è successo. Fosse successo, sarebbe stata la prima volta nella storia che Ettore vince e Achille perde. Non Davide contro Golia, non è questa l’immagine giusta. Primo perché il Toro non è affatto un peso minimo nel calcio italiano, quindi gli abiti di Davide le stanno stretti. E secondo perché quel piccoletto alla fine vince sempre, così sta scritto nel mito del piccolo che può farcela contro il gigante. Invece la giuve è stata come Achille, eccome se lo è stata, in tutto e per tutto. Invulnerabile? Neanche poi più di tanto, perché il suo "tallone" ce l’aveva eccome, anzi forse anche più d’uno.

"Predestinata? Certo, con quella sovrabbondanza di armi e di corazze, di spade e di lance sotto forma di soldi e di giocatori entrambi a livello esponenziale rispetto agli avversari. Ma soprattutto è stata invulnerabile e predestinata sul campo da gioco, perché clamorosamente e apertamente favorita dagli dei, proprio come lo era Achille.

"Omero narra e da tremila anni continua a narrare che Ettore può combattere quanto vuole, che dalla sua parte ci può essere la ragione e la giustizia, ma che gli dei hanno deciso che la partita sarà impari, che il vincitore è già scritto. E’ una storia molto vecchia, vecchia quanto l’ umanità: raramente ci si confronta ad armi pari. Quanto c’è di dispari nelle umane vicende talvolta lo si chiama semplicemente destino. Irrisolta da sempre è la questione se a governare il destino è solamente un "caso" alle cose umane, oppure più un "volere" e un disegno della divinità che degli uomini si occupa, preoccupa e talvolta s’impiccia. Nel nostro piccolo caso, nella storia di questo derby il destino lo ha scritto l’arbitro e i suoi assistenti. Non so dire se per Caso o per Volontà. Propendo per la prima ipotesi. Però resta il fatto che lo ha scritto lui. E dirlo non è "rosicare", è far di conto. Partite vinte senza merito le hanno vinte in tanti, fin qui siamo tutti d’accordo, ma partite spianate verso i tre punti da incamerare per un errore arbitrale, la giuve ne ha sempre avute in misura almeno tripla rispetto a tutte le altre e su questo il "Mou" aveva predetto bene.

"Quindi Achille ha vinto ancora, ma chi dopo aver letto l’Iliade si sente di fare i complimenti ad Achille?Qualche tifoso del Toro non sarà d’accordo, qualcuno magari faticherà a crederci, ma, l’avesse vinto in un altro modo il derby, avrei pensato e detto che aveva vinto il migliore, il più forte. Poteva vincerla solo così la partita, per un episodio, per un fuorigioco non fischiato, perché le strade della vittoria per qualcuno non sono mai tortuose e spesso e volentieri i semafori diventano verdi anche quando l’avversario di turno ha la precedenza. Quindi non so più, non ho più potuto sapere, se era il migliore e il più forte. Capisco che sia un argomento marziano in questo nostro calcio tifoso, ma è fatto oggettivo e non opinione ultrà che non ho più potuto sapere se i gobbi avrebbero vinto lo stesso ad armi arbitrali pari.

"Forse sì, anche questo è "oggettivo" supporlo. Forse no, è "oggettivo" anche questo dubbio, non bisogna essere per forza tifosi granata per calcolarlo.E infine, non occorre essere per forza granata per provare sincero disprezzo per Farina. Non è la prima volta, anzi è abitudine sua e di quell’ "ambiente" errare e dirigere a piacere un incontro.

"Lasciamo perdere il goal palesemente irregolare e lasciamo perdere pure le decine di punizioni al limite e palle inattive volutamente concesse con la solita magnanimità e benevolenza, dove magari alcune potevano forse starci, a patto che eguale severità fosse usata con il metro giusto e non a senso unico. No, Farina ha evitato di farsi cogliere in ... "fallo" in episodi clamorosi, non a caso è il più anziano ed esperto della cricca, ma è stato estremamente chirurgico nel suo operato. Già, perché il bravo arbitro oggigiorno, dal punto di vista del potere in campo, è colui che ha imparato a non fare casini da moviola, ma che sa dirigere sapientemente la partita nella direzione voluta. Ecco quindi che è nei piccoli falli assegnati o meno, che non fa giocare e innervosisce chi li subisce, che il "bravo" ( virgolettato perché inteso nel senso manzoniano ) arbitro decide la partita di calcio.

"Però, oltre alla storia di Achille e dei suoi dei, ci sono ancora due aspetti che mi preme sottolineare: una cosa che non mi è piaciuta e una invece che mi è piaciuta assai in quest’ultimo derby della Mole. Senza voler disquisire nessuno, io non ho gradito affatto alcune scelte tecniche e soprattutto i cambi del mister, inopportuni e deleteri, ma mi fermo qui per non dire cose trite e ritrite. Quello che invece mi è piaciuto moltissimo è stato quell’ora di orologio che spero saremo in molti a ricordare a lungo e che auguro di rivedere nelle prossime battaglie. E’ stata bella come le pagine del duello omerico. Raccontano quelle pagine, racconta quell’ora che, uomo contro uomo, Ettore poteva davvero vincere. Quell’ora di orologio non mettiamola in archivio. E’ stata la testimonianza concreta di un derby granata da sventolare con serenità e orgoglio. Un derby in cui abbiamo trovato e ritrovato tanto e tanti ( Sereni e Barone in primis ): un buon possesso palla, tanto carattere e molta intensità agonistica e finalmente anche gli attributi tanto decantati.

"Il giorno dopo non siamo né orfani né a lutto. E, se ci sentiamo come Ettore, soccombenti ma di sicuro giusti, l’unico rammarico lecito è che nel mondo ce ne sono troppi di Achille e a me Achille non è mai piaciuto, fin dai tempi delle medie e del liceo.

Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.

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