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Mai mollare!

di Enrico Matteoni

E' cambiata la musica in casa Torino. La squadra spaurita che i tifosi avevano visto scendere in campo al "Matusa" di Frosinone e soccombere sotto i colpi della squadra ciciara (forse il punto...

Redazione Toro News

di Enrico Matteoni

E' cambiata la musica in casa Torino. La squadra spaurita che i tifosi avevano visto scendere in campo al "Matusa" di Frosinone e soccombere sotto i colpi della squadra ciciara (forse il punto più basso della ennesima travagliata stagione granata) incappando nella quarta sconfitta consecutiva è fortunatamente sparita senza lasciare traccia. Cosa sia successo nei giocatori è sicuramente un imperscrutabile mistero, ma quel che è certo è che la rivoluzione c'è stata ed è stata immediata e incontestabile. Tre vittorie consecutive (record stagionale e pure di molte stagioni passate), ottenute in modo abbastanza perentorio (eccezion fatta per la trasferta di Bergamo), hanno consegnato al campionato cadetto una squadra profondamente mutata nelle gambe e, soprattutto, nello spirito. Perchè è vero che adesso i granata sembrano correre al doppio della velocità rispetto a quanto non facevano prima, ma è anche vero che la metamorfosi più profonda sembra essere quella avvenuta nelle loro teste. La compagine allenata da Franco Lerda è una squadra che non molla un centimetro di terreno fino allo scoccare del 90' e insegue la vittoria fino all'ultimo, come testimonia la vittoria ottenuta contro l'Albinoleffe, una vittoria che in altre circostanze si sarebbe tramutata in un pareggio se non addirittura in una sconfitta. E' stata una caratteristica peculiare del Torino degli ultimi tempi quella di sciogliersi non appena le difficoltà iniziavano a palesarsi, come un gol subito o una reiterata diffocoltà a mettere la palla in rete, caratteristica che sembra non appartenere più alla squadra granata. Eloquenti in questo senso sono le ultime prestazioni contro Grosseto e Albinoleffe: nella gara con i maremmani la palla sembrava proprio non voler entrare, ma l'undici granata non ha smesso un attimo di inseguire il vantaggio (senza, è bene ricordarlo, mai scoprirsi in difesa, come capitato in un sacco di altre occasioni, con il Toro a fare la partita per poi uscire sconfitto per una svista difensiva) fino al gol liberatorio di Antenucci, preceduto da una lunga serie di occasioni sbagliate da Bianchi e Lazarevic. Il Toro ha quindi portato a casa una partita che qualche mese fa avrebbe, nella migliore delle ipotesi, pareggiato per 0-0. Ma è stato contro la squadra di Mondonico che la squadra si è superata: la prestazione non era delle migliori ed era per giunta arrivata la doccia gelida del pareggio bergamasco a inizio ripresa e la reazione granata sembrava latitare. Poi è emersa la nuova vera natura di questa compagine di non più solo giocatori ma bensì uomini, che hanno iniziato a premere fino a trovare il gol da tre punti che vale ben più di una vittoria: vale l'aver ritrovato uno spirito che sembrava essersi perduto per sempre. E se questa squadra riesce a riacciuffare nel finale una partita apparentemente compromessa, chi può dire che non sia in grado di riacciuffare un campionato apparentemente compromesso?