"Si gode la situazione, Marco Migliorini. Assapora la vita, momento dopo momento, perchè quella serie A, lontana anni luce appena pochi mesi fa, ora è reale.
toro
Migliorini e una pazza idea…
Si gode la situazione, Marco Migliorini. Assapora la vita, momento dopo momento, perchè quella serie A, lontana anni luce appena pochi mesi fa, ora è reale.
Grazie al...
Grazie al Toro, che lo ha acquistato dal Chieti, direttamente salla Seconda Divisione di Lega Pro, e che ora se lo coccola, a meno di prestiti dell'ultim'ora. Partirà come quinto centrale nelle gerarchie di Ventura, quinto e in ascesa. Quinto perchè deve ancora dimostrare di che pasta è fatto, cosa vale rispetto a gente più che collaudata: Rodriguez, Di Cesare e Glik sono avvertiti.
Per giocare ci vuole fame, caratteristica che non manca al nostro. Colpa (o merito) del Chievo, prima famiglia calcistica e prima delusione di carriera al contempo. Veronese di Peschiera del Garda, cresce nelle giovanili clivensi, dove compie tutta la trafila e arriva in Primavera. Gioca ma non si nega neppure esperienze fuori dalla mappa calcistica consueta: la Repubblica Ceca, per esempio.
Così, a gennaio 2011, Brno diventa casa. Cinque apparizioni nella Gambrinus Liga e un piccolo contributo al quarto posto della squadra. Una grande avventura e un ritorno alla base, dove però viene scaricato. Poca fiducia da parte dei responsabili della Primavera e del Settore Giovanile e via, al centro-sud, a Chieti, per essere pedina fondamentale di una formazione che perde la Prima Divisione solo nella finale playoff.
A quel punto, toh chi si rivede? Quoque tu, Chievo. Peccato, però, che la ferita sia freschissima e Torino una grande opportunità. Di regalarsi un grande sogno. Senza svolazzi, pericolosi voli pindarici e tutto il resto. Testa bassa e poche parole. Talmente poche viene presentato alla stampa qualche tempo dopo il suo arrivo.
Appena prima di scendere in campo con la Lazio al posto di Ferronetti, staffetta ideale tra chi il Toro non lo voleva e chi, invece, lo guarda come un sogno. Un sogno che porta una data: 22 dicembre 2012, penultima di andata, Torino-Chievo. Fra quattro mesi e mezzo, giusto in tempo per salire nelle gerarchie e consumare - perchè no? - una vendetta sportiva, sogno dolcissimo di un ragazzo sotto traccia. Per ora.
(foto Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Si gode la situazione, Marco Migliorini. Assapora la vita, momento dopo momento, perchè quella serie A, lontana anni luce appena pochi mesi fa, ora è reale.
Grazie al...
Grazie al Toro, che lo ha acquistato dal Chieti, direttamente salla Seconda Divisione di Lega Pro, e che ora se lo coccola, a meno di prestiti dell'ultim'ora. Partirà come quinto centrale nelle gerarchie di Ventura, quinto e in ascesa. Quinto perchè deve ancora dimostrare di che pasta è fatto, cosa vale rispetto a gente più che collaudata: Rodriguez, Di Cesare e Glik sono avvertiti.
Per giocare ci vuole fame, caratteristica che non manca al nostro. Colpa (o merito) del Chievo, prima famiglia calcistica e prima delusione di carriera al contempo. Veronese di Peschiera del Garda, cresce nelle giovanili clivensi, dove compie tutta la trafila e arriva in Primavera. Gioca ma non si nega neppure esperienze fuori dalla mappa calcistica consueta: la Repubblica Ceca, per esempio.
Così, a gennaio 2011, Brno diventa casa. Cinque apparizioni nella Gambrinus Liga e un piccolo contributo al quarto posto della squadra. Una grande avventura e un ritorno alla base, dove però viene scaricato. Poca fiducia da parte dei responsabili della Primavera e del Settore Giovanile e via, al centro-sud, a Chieti, per essere pedina fondamentale di una formazione che perde la Prima Divisione solo nella finale playoff.
A quel punto, toh chi si rivede? Quoque tu, Chievo. Peccato, però, che la ferita sia freschissima e Torino una grande opportunità. Di regalarsi un grande sogno. Senza svolazzi, pericolosi voli pindarici e tutto il resto. Testa bassa e poche parole. Talmente poche viene presentato alla stampa qualche tempo dopo il suo arrivo.
Appena prima di scendere in campo con la Lazio al posto di Ferronetti, staffetta ideale tra chi il Toro non lo voleva e chi, invece, lo guarda come un sogno. Un sogno che porta una data: 22 dicembre 2012, penultima di andata, Torino-Chievo. Fra quattro mesi e mezzo, giusto in tempo per salire nelle gerarchie e consumare - perchè no? - una vendetta sportiva, sogno dolcissimo di un ragazzo sotto traccia. Per ora.
(foto Dreosti)
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