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Monte ingaggi da regina, pochi i risultati

di Valentino Della Casa - Tre anni di Serie B pesano molto. Non soltanto a livello sportivo, ma anche a quello economico. Non è mistero, infatti, che per il Torino sarebbe una vera e propria boccata d'ossigeno il...

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa - Tre anni di Serie B pesano molto. Non soltanto a livello sportivo, ma anche a quello economico. Non è mistero, infatti, che per il Torino sarebbe una vera e propria boccata d'ossigeno il passaggio nella massima serie, dove gli introiti lievitano, e in maniera decisamente maggiore rispetto all'aumentare dei costi di gestione della squadra. Ma quanto pesano questi nelle casse del Torino? E qual è l'andamento delle spese che Cairo ha dovuto e deve sostenere dal primo anno di B a quest'ultimo?Partiamo, intanto, da un presupposto basilare: il Torino, in questi tre anni, ha cambiato in corsa un direttore sportivo, passando da Foschi (che si dimise nel gennaio 2010), all'attuale ds Petrachi. Il quale, come ormai noto, si è sempre dovuto districare nel pantano dei prestiti con diritto di riscatto, delle comproprietà, degli affari insomma a costi ridottissimi, perché un vero e proprio budget a disposizione non l'ha mai avuto. Anzi, balza all'occhio soprattutto come nel mercato estivo 2010-2011 (quando Lerda era alla guida tecnica della squadra), l'attuale direttore sportivo sia stato frenato dall'obbligo di cedere quelle “zavorre economiche” che, di fatto, impedivano le più importanti operazioni in entrata.

Premessa che verrà ribadita anche in seguito: il costo delle operazioni viene indicato al netto, mentre quello degli ingaggi viene espresso al lordo. Questo perché, per il primo caso, i diversi parametri di tassazione rischierebbero di sfalsare il valore reale delle operazioni.Provandoci a mettere proprio nei panni del ds, e andando a spulciare anno per anno la situazione economica del Torino, vediamo come, al lordo, gli stipendi della squadra sono sensibilmente calati dal primo al terzo anno, e anzi continuano a calare. Dopo la retrocessione, infatti, il monte ingaggi dei granata girava a quota 24,5 milioni di euro. Cifre da capogiro, che però (come sta accadendo alla Samp in questa stagione) non permisero alla squadra di raggiungere l'obiettivo prefissato. Tuttavia, in quell'anno bisogna tenere anche conto del cambio di direzione: 22,4 in totale i milioni che Foschi (qui in foto M. Dreosti) promise ai giocatori; 14,6 quelli concordati da Petrachi (ma bisogna calcolare che lo stipendio di alcuni giocatori, quelli arrivati a gennaio, viene calcolato soltanto su sei mesi, e non sull'anno intero).In generale, a pesare come macigni, quell'anno, sono gli stipendi, sempre al lordo, di Bianchi (quasi 3 milioni, ma sicuramente più giustificati rispetto ad altri emolumenti); Di Michele (2 milioni); Diana (1,6); Sereni (1,6 ma vedi discorso per Bianchi); Gasbarroni (1,4); Pisano (1,2); Loria (1,2 interamente pagato dal Torino pur essendo in prestito) e altri ancora. Contratti importanti, che sono di poco più alti della media della squadra, calcolando che Manuel Coppola, in 12 mesi, riceveva dal Torino circa 800mila euro (così come Leon e Vantaggiato) e che Inacio Pià, l'ultimo acquisto di Foschi prima delle dimissioni, costerà alle casse granata 500mila euro lordi per mezza stagione. Infine, uno sguardo sui giocatori acquistati per un discorso di prospettiva: circa 360mila euro lordi è costato Gorobsov per una stagione, circa 300mila invece Arma.

(1 - continua)