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Montella e Ventura: 26 anni di differenza, filosofia di gioco simile

Verso Torino-Fiorentina/ Il confronto tra i due tecnici: diversa la 'scuola', stessa capacità di sopperire alle assenze

Lorenzo Bonansea

"Tra poche ore si affronteranno all'Olimpico due squadre e due tifoserie amiche. Nella speranza di assistere ad un bello spettacolo in campo e sugli spalti (e possibilmente ad una vittoria), una cosa è già certa: la sfida scacchistica in panchina sarà molto combattuta. Vincenzo Montella e Giampiero Ventura, sebbene siano separati da addirittura ventisei anni d'esperienza e da una carriera totalmente differente, conferiscono alle loro squadre una precisa identità di gioco e per certi aspetti un simile approccio alle partite. Nei pochissimi match disputati tra i due tecnici, Ventura non ha mai vinto, ma si è sempre assistito a gare spettacolari, ricche di gol e molto combattute (basti pensare al pirotecnico 3-4 di due anni fa o al più recente 2-2 con rigore sbagliato di Cerci allo scadere).

"QUI MONTELLA. Il giovane tecnico campano è certamente un predestinato. Appena dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, intraprende subito la carriera da allenatore nelle giovanili della Roma, per poi subentrare a campionato in corso alla guida della prima squadra. L'anno seguente porta il Catania a disputare un campionato davvero importante, approdando poi alla Fiorentina nella stagione successiva, dove ha conseguito ottimi risultati. La squadra viola gioca con un classico 4-3-3 dotato di grande qualità tecnica a centrocampo e di un attacco che, se non si tenesse conto degli innumerevoli infortuni, sarebbe stellare. Il gioco della squadra viola è infatti unanimamente riconosciuto come uno dei più divertenti e propositivi della serie A. La caratteristica più emblematica della Fiorentina, però, è un costante possesso palla. La ricerca della giocata e del guizzo vincente avviene mediante il totale controllo del gioco e della propria metà campo. Per rendere efficace e conclusivo tale controllo sulla manovra, il ruolo di Cuadrado è fondamentale: l'esterno colombiano attacca la profondità, crea spazi, ha una buona realizzazione ed infine rende letali anche i contropiedi e le ripartenze. Per la sfida di oggi, viste le numerose assenze ed in particolare proprio quella di Cuadrado, è probabile un cambio di modulo, ma certamente non un cambio di filosofia. A queste caratteristiche si aggiunge una difesa rocciosa e di ottimo livello (zero gol subiti nelle ultime 3 gare), abile anche nello sfruttare i calci da fermo. Il più grande problema palesato dai viola in questo avvio di stagione è la mancanza (causa infortuni) di una punta di ruolo, di un rapace d'area in grado di finalizzare la grande mole di gioco prodotta. Solamente un gol realizzato nelle prime quattro partite, situazione che comincia a creare malumori nell'ambiente: il dato infatti è allarmante se l'obbiettivo è il terzo posto.

"QUI VENTURA. La filosofia di gioco del Toro, basata sul possesso palla prolungato nelle retrovie e sul tentativo di controllo del gioco, è simile a quella della Fiorentina (anche se tecnicamente di livello inferiore). Com'è ormai noto, Ventura per il secondo anno di fila si affiderà al 3-5-2. Questa volta però con un cambiamento non indifferente. Se tatticamente parlando Quagliarella è perfetto sostituto di Immobile, l'assenza di Cerci (che ha caratteristiche non così diverse dallo stesso Cuadrado) prima punta ha comportato una minore capacità di sfruttare il contropiede e attaccare la profondità, da cui deriva la necessità di cambiare la sistemazione del reparto offensivo e i suoi schemi. Il Toro quest'anno gioca con le due punte molto più ravvicinate, chiamate a dialogare tra loro o con gli interni di centrocampo con triangolazioni e scambi di prima intenzione. Viste però le difficoltà iniziali ad ingranare i nuovi schemi e a trovare la via del gol, ecco un'altra importante modifica, utilizzata contro il Cagliari e ancora in fase embrionale: il 3-5-1-1, con El Kaddouri ad agire da seconda punta e a svariare creando maggiore imprevedibilità. L'utilizzo di questa seconda soluzione tattica nella partita di oggi rimane comunque incerto. Grandi cambiamenti, oltre a questo, non ce ne sono stati. La linea difensiva è rimasta invariata negli interpreti e nello stile di gioco: molti passaggi tra i compagni di reparto, con l'obbiettivo di scoprire la squadra avversaria e di trovare spazi grazie alle verticalizzazioni o alle incursioni palla al piede.