di Michele Ferrero
toro
Ne vale la pena ?
di Michele Ferrero
Un Novellino in vena di novità propone i “tre tenori” rinunciando però, forse per la prima volta in vita sua, alla punta di peso. Non solo: si gioca Della Fiore sulla fascia...
Un Novellino in vena di novità propone i “tre tenori” rinunciando però, forse per la prima volta in vita sua, alla punta di peso. Non solo: si gioca Della Fiore sulla fascia sinistra avanzando Lanna sulla linea mediana. Un esperimento che meditava da tempo, e che stando al tabellino si direbbe riuscito. Io attenderei almeno qualche controprova prima di definire funzionale questa soluzione: mentre la caratura tecnica di Hernan gli consente di disimpegnarsi con autorità ed eleganza in qualsiasi posizione, Natali e Di Loreto formano una coppia che può essere presa facilmente in velocità. Lo stesso Lanna, pur autore di una delle sue prestazioni migliori, difficilmente possiede l’intensità per contrastare 90 minuti o lo spunto per ribaltare l’azione.Le due scelte sono in realtà concatenate: non potendo contare sui rientri di Ventola, utili a pulire l’area sulle palle inattive in favore degli avversari, Novellino si è cautelato con un lungo in più. Non ha cambiato però modulo, contrariamente a quanto si è letto altrove. I meccanismi difensivi sono rimasti quelli della difesa a quattro, con Natali centrale di destra e Di Loreto centrale di sinistra. Della Fiore era il quarto in fascia, anche se con meno licenze di spingere rispetto a Comotto, che ha caratteristiche fisiche differenti. Entrambi i terzini avevano davanti un uomo col quale fare coppia (nel caso del capitano era addirittura Rosina) come sempre avviene nel 4-4-2. Se valga la pena di condizionare vari elementi in funzione di Recoba è un argomento che da dieci anni ancora non ha una risposta.Giocando palla a terra ed evitando i lanci lunghi, il Toro ha cercato in avvio di aprire la difesa a tre di Gasperini, composta però da uomini veloci. Bovo e compagni riescono solitamente a tenere alta la linea e di conseguenza molto corta la loro squadra: il Genoa ha così imposto un ritmo alto, che il Toro ha accettato per larghi tratti, ma senza dimostrarsi in grado di tenerlo per tutta la gara e di determinarlo per propria volontà. Solo dopo il gol del pareggio i granata hanno trovato l’adrenalina giusta per attaccare una decina di minuti, producendo due palle gol abbastanza casuali, se è vero che sono capitate sui piedi di Comotto e Di Loreto. Per il resto hanno sofferto il pressing (portato specialmente su Corini da parte di Konko) senza riuscire a far gioco, malgrado il notevole dispendio di energie. Io non vedo come si possa essere contenti di questa prestazione, ma i fischi finali credo siano scaturiti dall’amarezza per il quarto pareggio consecutivo e non dalla mancanza di impegno. Li avrei evitati se non altro per coerenza, dal momento che la squadra è stata privata in una gara importante dell’incitamento della Maratona per imposizione del tifo organizzato. Non discuto le ragioni della protesta e la solidarietà ad una tifoseria gemellata, ma mi chiedo anche qui se valesse la pena di dare la priorità a questo aspetto piuttosto che al momento assai delicato del Toro.Tornando al campo, un occhio di riguardo l’ho tenuto ovviamente per i tre fantasisti mancini, nessuno dei quali è stato in grado di finire la gara. Ed anche questo contribuisce a non considerare soddisfacente il loro utilizzo contemporaneo.Recoba, partendo dalla posizione centrale e libero da obblighi di rientro, ha cercato di muoversi al massimo delle sue possibilità, arretrando ed avvicinando Rosina a destra e Di Michele a sinistra per dialogare con loro nello stretto. Ha giocato una prima mezz’ora per me più che discreta: tenendo il suo score ho annotato 4 palle perse in avvio, ma poi almeno una decina di giocate di qualità ed anche pericolose. Ha finito presto la benzina, come era prevedibile, spegnendosi già nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Non posso quindi biasimare Novellino per averlo tolto, malgrado il Toro fosse andato sotto nel punteggio. L’errore fatale del gol subito è proprio del Chino, che su una punizione appoggiata in verticale su di lui da Corini, perde palla con tutta la squadra in uscita. Natali tenta disperatamente di coprire Comotto che si era proposto a destra, ma Di Vaio lo uccella con un tacco a favore di Fabiano, che non può essere raggiunto nemmeno da Rosina, così come Di Loreto è troppo distante da Borriello per impedirgli di chiudere il contropiede. Ma è Alvaro che l’ha fatta grossa, determinando tutti i successivi ritardi. E’ uscito incazzato, probabilmente consapevole che la sua presenza stavolta non ha ripagato i sacrifici imposti a tutta la squadra.Di Michele invece ha giostrato da seconda punta, partendo da sinistra ma senza rimanere statico: è riuscito a dar fastidio ai difensori rossoblu anche in fase di non possesso ed a proporsi con continuità, consentendo ai centrocampisti di verticalizzare spesso su di lui. Dopo un gol mangiato (che sarebbe stato annullato per fuorigioco inesistente) ha avuto momenti decisamente positivi dalla seconda metà del primo tempo fino al 20’ del secondo. Poi non ha più toccato palla, anche lui sfinito, per ben 19 minuti consecutivi. Solo al 42’ Novellino si è deciso a cambiarlo con Motta, perché poco prima era dovuto uscire per crampi anche Rosina.Alessandro è stato il più penalizzato dal tipo di gioco, e non è la prima volta. E’ partito da destra praticamente sulla linea dei centrocampisti, lontanissimo dalla porta. Si è prodotto in diverse accelerazioni, seguendo anche gli avversari che scendevano sulla sua fascia. Essendo il più giovane dei tre è chiaro che riesca a svolgere meglio il compito più dispendioso, ma è un peccato che il suo talento venga limitato da compiti sfiancanti. Per questo motivo, prima ancora che per altri, penso che tutti insieme i “tre tenori” non possano rendere. Oltre agli equilibri perennemente a rischio, alla squadra viene a mancare la forza d’urto, quella che per esempio ha consentito a Ventola di lottare sul pallone dal quale è uscito il pareggio di Lanna. La reazione nasce però dalla furia di Comotto, che va a pressare alto Milanetto e conquista una rimessa laterale. Raccogliendo lui stesso il pallone la batte due volte in pochi istanti, da tremendista, per innescare Ventola. Pronto anche lui a far sportellate con tutti, pur di tirarci fuori da un mare di guai.
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