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Non mollare mai

Non sempre i numeri hanno ragione nel calcio, ma spesso aiutano. Cinque tiri in porta, contro tre; sette tiri fuori, contro quattro: il Torino ha meritato la vittoria. Eppure, di fronte c’era un Vicenza compatto, aggressivo, le cui mura...

Redazione Toro News

Non sempre i numeri hanno ragione nel calcio, ma spesso aiutano. Cinque tiri in porta, contro tre; sette tiri fuori, contro quattro: il Torino ha meritato la vittoria. Eppure, di fronte c’era un Vicenza compatto, aggressivo, le cui mura dello stadio erano diventate da tre partite (come ammesso da Cairo, presente allo stadio) solo spettatrici di sconfitte per i granata. Una partita quindi incerta, che per alcuni tratti vedeva nel Torino una compagine nettamente superiore, mentre per altri erano Abbruscato (o meglio, Alemao) e compagni a farla da padrona. Ma a Torino il vento sembra davvero cambiare (e non perché al Comunale gioca una squadra sola), e fa riferimento ad un concetto preciso: il percorso di crescita.Non si vive più di fiammate, non si spera più: si ragiona. Si pondera. Si passa la palla a Coppola, quando non ci sono spazi, senza paura o timore di raccogliere mugugni. Insomma, si crede finalmente in se stessi, ed è forse questo il merito che più di tutti va attribuito a quel fine psicologo, e preparato allenatore, che è Giampiero Ventura: uomo giusto al momento giusto. Fino ad ora, perché a Torino hanno insegnato a non volare con la fantasia, onde evitare di farsi del male da soli; un classico, per l’ambiente granata che vuole solo tornare a vedere la luce.Crescere vuol dire anche crederci fino alla fine, fino all’ultimo secondo. E assume un sapore ancora più dolce il fatto che la rete sia stata segnata da uno dei giocatori più nell’occhio del ciclone negli ultimi tre mesi. Il Capitano silenzioso, senza mai voler apparire, senza mai un accenno di polemica o di insofferenza per voci di mercato che condizionano anche i “grandissimi”, è rimasto per il terzo anno a soffrire in Purgatorio, dopo averne viste di cotte e di crude. Un urlo liberatorio (suo e dei tifosi) è arrivato al goal: lo aspettavamo con ansia, da parte sua, dopo alcune prestazioni meno brillanti sotto porta. Puntualmente è arrivato, così come gli elogi di Ventura a fine partita.E adesso, questo Torino “sempre più squadra”, deve avanzare con i piedi di piombo. Solo metaforicamente, però, perché aspettiamo il vero gioco venturiano. Sciolto, rapido, diretto. Ne abbiamo già potuto godere, ma solo a sprazzi di breve o lunga durata. È questione di tempo, e questo tutti l’hanno capito. Ora bisogna “solo” continuare su questa direzione. Per tornare, finalmente, a sognare tutti insieme.

(Foto: M. Dreosti)