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Occhio al panterone

La storia del calcio, specialmente di quello sudamericano, è ricchissima di storie come questa: calciatori di talento chiaramente superiore alla media, cresciuti in mezzo a mille aspettative, che poi si perdono per strada...

Redazione Toro News

"La storia del calcio, specialmente di quello sudamericano, è ricchissima di storie come questa: calciatori di talento chiaramente superiore alla media, cresciuti in mezzo a mille aspettative, che poi si perdono per strada e devono rassegnarsi ad una vita da riserva o da comprimario. A volte è questione di mancanza di volontà, di voglia di migliorarsi, di spirito di sacrificio...ma spesso a mancare è soprattutto l’occasione giusta, l’ambiente ideale per potersi esprimere al meglio. E quando quell’occasione arriva, bisogna essere pronti a coglierla.

"Si potrebbe riassumere in queste poche parole la storia dell’attaccante uruguayano Marcelo Danubio Zalayeta, detto “El Panteron”, capocannoniere del Napoli che domenica pomeriggio affronterà al San Paolo il Toro di Novellino. Nato a Montevideo il 5 dicembre 1978, già a 18 anni Marcelo si mette in luce con la maglia del Danubio, meritandosi la chiamata del club più prestigioso della nazione, il Penarol. Ed anche la prima stagione con la maglia degli “Aurinegros” è a dir poco positiva: 13 gol realizzati ed un contributo importantissimo alla conquista del titolo. Luciano Moggi gli mette addosso gli occhi, e presto anche le mani: nell’estate del 1997, a nemmeno 19 anni, arriva il grande passo, il trasferimento in Italia per vestire la maglia della Juventus.

"La prima stagione in Serie A, come spesso accade, è piuttosto difficile: la Juve vince lo scudetto, ma Zalayeta gioca pochissimo (anche se riesce a realizzare la sua prima rete) e l’estate successiva il club bianconero decide di fargli fare esperienza con la maglia dell’Empoli. Anche in Toscana, però, Marcelo fa grande fatica: le sue doti sono evidenti (grande tecnica abbinata ad una notevole potenza fisica), ma a mancare sono la continuità e la determinazione necessarie per farsi largo in un campionato tanto difficile come quello di Serie A. A fine campionato arriva l’interessamento del Siviglia, e quindi un altro prestito, stavolta in terra iberica. Qui finalmente le cose vanno meglio: il giovane Zalayeta non segna valanghe di gol, ma il calcio spagnolo sembra adattarsi meglio alle sue caratteristiche e le due stagioni con la maglia andalusa sono abbastanza positive (50 presenze e 10 gol).

"Il resto è storia recente e ben nota. A quasi 29 anni Zalayeta non vuole rassegnarsi ad una vita da riserva e chiede di essere ceduto: arriva subito la chiamata del Napoli, e quindi la cessione definitiva. Il distacco del cordone ombelicale di mamma Juve, combinato con la raggiunta maturità e con l’ambiente ed il calore di Napoli: questi gli ingredienti che hanno permesso al Panterone di dare finalmente sfogo al proprio talento e di costuire quella che già si prospetta come la stagione migliore della carriera, con sette gol già realizzati in quattordici presenze e la prospettiva di chiudere la stagione ben oltre la doppia cifra.

"Possibilmente, non a partire da domenica prossima.