"I giocatori lavorano. Colantuono urla, lo fa con una certa frequenza; i suoi strali sono rivolti ad ogni calo di tono, ad ogni rallentamento nella corsa, ad ogni apparenza di scarso impegno. I giocatori lavorano, Colantuono urla, Foschi telefona e parla, parla, parla. Cairo, non c’è. O meglio, è a Milano, a curare gli affari della propria casa editoriale. Insomma, il Torino sembra funzionare a dovere, come dovrebbe procedere un qualsiasi club calcistico ma come solamente a sprazzi si è visto, in riva al Po, negli ultimi anni.
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Ognuno fa il suo
I giocatori lavorano. Colantuono urla, lo fa con una certa frequenza; i suoi strali sono rivolti ad ogni calo di tono, ad ogni rallentamento nella corsa, ad ogni apparenza di scarso impegno. I giocatori lavorano, Colantuono...
"Lo svolgimento delle rispettive mansioni sembra procedere in maniera ugualmente positiva, con alcune doverose specifiche. La squadra suda, e l’impressione degli spettatori della prima partitella, ieri, è stata molto positiva; ma va detto che quel che si è visto sul perfetto prato di Folgaria è quanto mai effimero. L’atteggiamento di Colantuono è invece già una certezza: non cambierà con il passare del tempo, non si affievolirà la sua grinta. Il carattere “da Toro” ce l’ha da prima di abbracciare la bestia granata.
"Così come Foschi ha accumulato esperienza e competenza ben prima di giungere a Torino. Ma il suo impegno non è sufficiente, non da solo, a garantire la riuscita dell’impresa che gli tocca compiere, un’impresa enorme qual è riuscire a trovare compratori per alcuni elementi costosi e non allettanti, e con i relativi proventi magari migliorare ulteriormente la rosa della squadra. Ultimo fattore in gioco, il Cairo assente, ma è presto per dire se il presidente ha compiuto un passo indietro definitivo o se solo momentaneamente riuscirà a trattenere le sue ansie partecipative.
"Da Folgaria giungono segnali positivi, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Entro le prossime 48 ore, Italiano firmerà per il Torino, e nei giorni a seguire arriveranno uno o due giovani giocatori. In attesa di vederne partire altri, e tanti, tra le Dolomiti il tecnico cerca di non ascoltare le voci che chiamano i giocatori (come il ct della Svizzera, che dice a Dzemaili di scappare dalla Serie B) o quelle dei giocatori che chiamano altre società (come un Di Michele che cerca la Roma e vuole comunque di più). Il silenzio delle montagne deve prendere corpo ed avvolgere i giocatori al lavoro. Se qualcuno dovrà poi fare le valigie per altre località di turismo e allenamento, che sia Foschi e nessun altro a dirlo.
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