di Alessandro Salvatico
toro
”Ora tutto facile, vedremo più avanti”
di Alessandro Salvatico
Sono le prime dichiarazioni dopo aver preso contatto con la squadra. "L'impressione è di grande responsabilità, ma è abbastanza scontato;...
Sono le prime dichiarazioni dopo aver preso contatto con la squadra. "L'impressione è di grande responsabilità, ma è abbastanza scontato; è una domanda da fare tra 20 giorni, è normale che ora siano molto attenti. Comunque, per ora c'è una buonissima disponibilità". Qualcosa che non si aspettava, in meglio o in peggio? "Il gruppo non è ancora completo. Ha lavorato non al massimo, proprio perchè c'erano diversi giocatori che hanno ancora da completare la riabilitazione. Parlo di Corini, rientrato oggi, Bianchi, che ha appena iniziato a fare qualcosa e lo stiamo valuando, Pisano, che non è al meglio; abbiamo due nazionali, e sono contento per loro ma avrei preferito averli qua, invece li vedrò solo giovedì, bisognerà ricominciare ogni discorso daccapo. Ma poteva andare peggio".Tanto il lavoro. "Siamo stati molto insieme, è importante che loro capiscano le regole e quello che voglio aggiungere a livello tecnico e tattico". Novellino parlò di un gruppo "disgregato", Camolese cosa ha trovato? "Sono valutazioni difficili da dare ora, non posso dire di avere già capito tutto. Le buone intenzioni sentite finora vanno portate avanti. L'aggregazione poi la voglio in campo: correre tutti, non perdere la testa se si va sotto, nè se si va sopra, tutte cose che strada facendo. Spesso al Torino quest'anno è capitato di disunirsi, e non deve capitare". Il mister, che afferma di non aver sentito Novellino, ribadisce la stima che dice essere reciproca per il suo predecessore.La squadra ha paura? "Non mi sembra, ma dovrò vederlo quando si va in campo. Non voglio sentirle, vorrei non leggerne, di paura; ci vuole consapevolezza, sì, ed entusiasmo. Spero di vedere una squadra che si batte, e che esce dal campo sempre a testa alta. Questo è il mio obiettivo".A livello personale, il mister si definisce "esonerato come padre", perchè ora la sua famiglia sarà il Torino. Tanto l'affetto della gente: "Sono identificato come una persona che ci tiene, al Toro, ed è vero e fa piacere; poi, sono un professionista, ma tutti sanno che ci tengo molto, e che si possono cambiare tante cose ma la fede...è quella. Senza andare a toccare la professione".Tanta l'aspettativa. "Sì, ma a me interessa che sia positiva e riversata sui ragazzi". I quali hanno belle parole per lui, ma il mister vorrebbe "sentirle tra tre mesi. In carriera, a volte è stato facile, perchè ho trovato persone che la pensavano come me; altre, più difficile. Se le mie esperienze mi insegnano qualcosa, è che non sempre riesci a fare quello che vuoi, ma sempre più hai bisogno di chi hai attorno a te. Ora so che non posso determinare sempre io le situazioni, e che è importante avere attorno a te persone con i tuoi obiettivi e le tue idee. Che ci credono come te. Mi fa piacere sentire questi primi apprezzamenti, ma è come quando il campionato non è ancora finito: la classifica è parziale, i giudizi anche".Molti esclusi potrebbero rientrare. "Non si arriva a nessun obiettivo pensando di salvarsi con undici giocatori, e basta; c'è bisogno di tutti, mancano 9 battaglie e chi dimostrerà di essere nelle condizioni fisiche e psichiche per farne parte, è il benvenuto. Chi mi dà garanzie, giocherà, non mi interessa se in passato ha giocato o no. E mi piacerebbe fosse ben accolto da tutti, senza mugugni. Ho una rosa ampia, dove tocco tocco, posso sbagliare, e dare delle delusioni. Ma è lì che si vede la crescita, perchè le scelte le devo fare, loro sapranno che sono sofferte, perchè non è facile mandare in tribuna professionisti che lavoreranno tanto in settimana. Ma andrà fatto. Ognuno deve farsi trovare pronto".La squadra può già giocare secondo lo schema di Camolese? "La squadra è stata allenata a giocare in un altro modo, e quello che è stato fatto non lo butto via assolutamente. Vorrei aggiungere qualche cosa, ma non è detto che lo faremo con un 3-5-2: a Palermo andremo con la consapevolezza di poter cambiare. Devo avere duttilità dai giocatori. Ho ragazzi che sanno giocare in più modo, vorrei sfruttare tale caratteristica". Le preferenze dei giocatori? "Voglio metterli nelle condizioni di farli rendere al massimo. Ma se uno parte pensando di accontentare tutti per come giocavano in passato in altre squadre, no; non dobbiamo scimmiottare qualcuno, ma costruire una filosofia da Toro".Passati gli anni, anche Camolese è cambiato. "Ho capito molte cose. Quello che ho fatto qui, in parte magari non funzionava altrove; ci vogliono persone attorno, come dicevo, che viaggiano insieme a te. Ma uno l'allenatore deve farlo comunque, anche da solo, e forse ho imparato questo". La sensazione è che l'ambiente sia più maturo, rispetto all'epoca del suo primo Toro. "E' un atteggiamento che, in questi ultimi anni, ho un po' invidiato, perchè vedevo questo bell'entusiasmo, dettato dall'immediata promozione; mi sembra che ci sia una maggior maturità da parte di tutti, e mi fa piacere, sono molto contento. Detto ciò, ogni allenatore vive un momento particolare della storia di una società; a me era capitato di viverne uno conflittuale, ci siamo adattati. Non solo io. Mi auguro che questo sia diverso, che continui a esserlo, e anzi: miglioro ancora".L'ambiente è depresso: "Ma noi non possiamo esserlo, noi che siamo dei privilegiati. Questi sono ragazzi giovani, che hanno molto dalla vita e devono rendersi conto che hanno tanto. E anche noi, che abbiamo la fortuna di fare quest'attività". La società è "molto presente, ed è giusto così: il presidente al telefono, qui con me c'è Mauro Pederzoli, più tardi ci sarà Foschi. Nel rispetto dei ruoli, si possono fare grandi cose, e mi sembra sia la strada giusta. I giocatori sanno chi è il riferimento dal punto di vista tecnico, quali sono dal punto di vista societario, e tutti quanti abbiamo un riferimento nel presidente. Se la catena si mantiene così, può funzionare tutto".Per la salvezza, fatto calcoli? "Assolutamente no, e per esperienza molto vicina spero che nessun calciatori li faccia. Devono preparare gara dopo gara, sapendo che ci sono 3 punti a disposizione sempre, e che questi 3 punti non è scritto da nessuna parte che non si possano prendere. Preparare al massimo la prossima partita, poi quella dopo, etc. Non siamo nelle condizioni di perdere energie ragionando sui discorsi degli altri, anche perchè l'esperienza ci insegna che poi si fanno discorsi che fanno solo perdere tempo". Per Palermo? "Oggi è la prima volta che li vedo giocare. Un allenatore non può capire molto con mezza squadra in partitina su campo ristretto. Oggi vedrò anche più giocatori, come Ventola. Bianchi sta seguendo la sua riabilitazione, ma oggi è martedì, ci sono diversi giorni".
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di Alessandro Salvatico
Sono le prime dichiarazioni dopo aver preso contatto con la squadra. "L'impressione è di grande responsabilità, ma è abbastanza scontato;...
Sono le prime dichiarazioni dopo aver preso contatto con la squadra. "L'impressione è di grande responsabilità, ma è abbastanza scontato; è una domanda da fare tra 20 giorni, è normale che ora siano molto attenti. Comunque, per ora c'è una buonissima disponibilità". Qualcosa che non si aspettava, in meglio o in peggio? "Il gruppo non è ancora completo. Ha lavorato non al massimo, proprio perchè c'erano diversi giocatori che hanno ancora da completare la riabilitazione. Parlo di Corini, rientrato oggi, Bianchi, che ha appena iniziato a fare qualcosa e lo stiamo valuando, Pisano, che non è al meglio; abbiamo due nazionali, e sono contento per loro ma avrei preferito averli qua, invece li vedrò solo giovedì, bisognerà ricominciare ogni discorso daccapo. Ma poteva andare peggio".Tanto il lavoro. "Siamo stati molto insieme, è importante che loro capiscano le regole e quello che voglio aggiungere a livello tecnico e tattico". Novellino parlò di un gruppo "disgregato", Camolese cosa ha trovato? "Sono valutazioni difficili da dare ora, non posso dire di avere già capito tutto. Le buone intenzioni sentite finora vanno portate avanti. L'aggregazione poi la voglio in campo: correre tutti, non perdere la testa se si va sotto, nè se si va sopra, tutte cose che strada facendo. Spesso al Torino quest'anno è capitato di disunirsi, e non deve capitare". Il mister, che afferma di non aver sentito Novellino, ribadisce la stima che dice essere reciproca per il suo predecessore.La squadra ha paura? "Non mi sembra, ma dovrò vederlo quando si va in campo. Non voglio sentirle, vorrei non leggerne, di paura; ci vuole consapevolezza, sì, ed entusiasmo. Spero di vedere una squadra che si batte, e che esce dal campo sempre a testa alta. Questo è il mio obiettivo".A livello personale, il mister si definisce "esonerato come padre", perchè ora la sua famiglia sarà il Torino. Tanto l'affetto della gente: "Sono identificato come una persona che ci tiene, al Toro, ed è vero e fa piacere; poi, sono un professionista, ma tutti sanno che ci tengo molto, e che si possono cambiare tante cose ma la fede...è quella. Senza andare a toccare la professione".Tanta l'aspettativa. "Sì, ma a me interessa che sia positiva e riversata sui ragazzi". I quali hanno belle parole per lui, ma il mister vorrebbe "sentirle tra tre mesi. In carriera, a volte è stato facile, perchè ho trovato persone che la pensavano come me; altre, più difficile. Se le mie esperienze mi insegnano qualcosa, è che non sempre riesci a fare quello che vuoi, ma sempre più hai bisogno di chi hai attorno a te. Ora so che non posso determinare sempre io le situazioni, e che è importante avere attorno a te persone con i tuoi obiettivi e le tue idee. Che ci credono come te. Mi fa piacere sentire questi primi apprezzamenti, ma è come quando il campionato non è ancora finito: la classifica è parziale, i giudizi anche".Molti esclusi potrebbero rientrare. "Non si arriva a nessun obiettivo pensando di salvarsi con undici giocatori, e basta; c'è bisogno di tutti, mancano 9 battaglie e chi dimostrerà di essere nelle condizioni fisiche e psichiche per farne parte, è il benvenuto. Chi mi dà garanzie, giocherà, non mi interessa se in passato ha giocato o no. E mi piacerebbe fosse ben accolto da tutti, senza mugugni. Ho una rosa ampia, dove tocco tocco, posso sbagliare, e dare delle delusioni. Ma è lì che si vede la crescita, perchè le scelte le devo fare, loro sapranno che sono sofferte, perchè non è facile mandare in tribuna professionisti che lavoreranno tanto in settimana. Ma andrà fatto. Ognuno deve farsi trovare pronto".La squadra può già giocare secondo lo schema di Camolese? "La squadra è stata allenata a giocare in un altro modo, e quello che è stato fatto non lo butto via assolutamente. Vorrei aggiungere qualche cosa, ma non è detto che lo faremo con un 3-5-2: a Palermo andremo con la consapevolezza di poter cambiare. Devo avere duttilità dai giocatori. Ho ragazzi che sanno giocare in più modo, vorrei sfruttare tale caratteristica". Le preferenze dei giocatori? "Voglio metterli nelle condizioni di farli rendere al massimo. Ma se uno parte pensando di accontentare tutti per come giocavano in passato in altre squadre, no; non dobbiamo scimmiottare qualcuno, ma costruire una filosofia da Toro".Passati gli anni, anche Camolese è cambiato. "Ho capito molte cose. Quello che ho fatto qui, in parte magari non funzionava altrove; ci vogliono persone attorno, come dicevo, che viaggiano insieme a te. Ma uno l'allenatore deve farlo comunque, anche da solo, e forse ho imparato questo". La sensazione è che l'ambiente sia più maturo, rispetto all'epoca del suo primo Toro. "E' un atteggiamento che, in questi ultimi anni, ho un po' invidiato, perchè vedevo questo bell'entusiasmo, dettato dall'immediata promozione; mi sembra che ci sia una maggior maturità da parte di tutti, e mi fa piacere, sono molto contento. Detto ciò, ogni allenatore vive un momento particolare della storia di una società; a me era capitato di viverne uno conflittuale, ci siamo adattati. Non solo io. Mi auguro che questo sia diverso, che continui a esserlo, e anzi: miglioro ancora".L'ambiente è depresso: "Ma noi non possiamo esserlo, noi che siamo dei privilegiati. Questi sono ragazzi giovani, che hanno molto dalla vita e devono rendersi conto che hanno tanto. E anche noi, che abbiamo la fortuna di fare quest'attività". La società è "molto presente, ed è giusto così: il presidente al telefono, qui con me c'è Mauro Pederzoli, più tardi ci sarà Foschi. Nel rispetto dei ruoli, si possono fare grandi cose, e mi sembra sia la strada giusta. I giocatori sanno chi è il riferimento dal punto di vista tecnico, quali sono dal punto di vista societario, e tutti quanti abbiamo un riferimento nel presidente. Se la catena si mantiene così, può funzionare tutto".Per la salvezza, fatto calcoli? "Assolutamente no, e per esperienza molto vicina spero che nessun calciatori li faccia. Devono preparare gara dopo gara, sapendo che ci sono 3 punti a disposizione sempre, e che questi 3 punti non è scritto da nessuna parte che non si possano prendere. Preparare al massimo la prossima partita, poi quella dopo, etc. Non siamo nelle condizioni di perdere energie ragionando sui discorsi degli altri, anche perchè l'esperienza ci insegna che poi si fanno discorsi che fanno solo perdere tempo". Per Palermo? "Oggi è la prima volta che li vedo giocare. Un allenatore non può capire molto con mezza squadra in partitina su campo ristretto. Oggi vedrò anche più giocatori, come Ventola. Bianchi sta seguendo la sua riabilitazione, ma oggi è martedì, ci sono diversi giorni".
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