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Rolando Bianchi: “Belotti ha troppe responsabilità. Ventura? Sempre pensato quelle cose”

Esclusiva / L'ex capitano granata rivaluta il punto contro il Chievo e chiede pazienza: "I gol del Gallo arriveranno. Io mi sto allenando per tornare in campo"

Marco Parella

È il decimo marcatore della storia del Torino, capitano, salvatore prima, scaricato poi dal futuro (ormai ex) Ct della Nazionale. Rolando Bianchi continua ad allenarsi duramente in attesa di trovare una squadra, ma trova sempre il tempo per guardare le partite dei granata e per dare qualche consiglio da bomber al Gallo Belotti.

Contro il Chievo non hanno soddisfatto né il risultato, né la prestazione del Toro. Cosa devono pensare i tifosi?

Giocare contro il Chievo non è facile, è una squadra organizzata, guidata da un tecnico molto bravo e con tanti giocatori esperti. Sono anni che c’è un gruppo consolidato che ha qualità anche umane importanti. Secondo me, un punto contro il Chievo è un gran punto.

Però dopo il pareggio di San Siro ci si aspettava di continuare con lo stesso spirito e invece…

Non è facile esprimersi al meglio contro una squadra come il Chievo. Ti mettono in difficoltà, vorresti fare e non ci riesci per cui sembra tu non ci metta nemmeno l’agonismo. È la tipologia di avversario. In panchina hanno uno come Maran che è un allenatore che mi sta impressionando, sono anni che fa benissimo e garantisce continuità di risultati. I complimenti li farei al Chievo, non darei troppi demeriti al Torino. È un punto importante. E poi Maran si chiama come me, sarà per quello che mi sta simpatico (ride, ndr)!

Domenica si è visto un Belotti generoso, ma in grande difficoltà. Non è più lui?

Il problema di Andrea è che ha mostrato talmente tante cose belle che adesso la gente si aspetta un gol in rovesciata ogni domenica. Non può essere sempre al top. Rientra da un infortunio, ha in testa le scorie della non qualificazione al Mondiale. Dobbiamo lasciarlo tranquillo e sono certo che inizierà a segnare e non si fermerà più. Sono periodi nella carriera di un calciatore, ne ho avuti tanti anch’io, ma lui ha lo spirito giusto, nonostante le pressioni. Meno se ne parla e prima tornerà a fare gol.

I problemi del “Gallo” risiedono più nella condizione non ottimale o nella testa non sgombra?

La testa fa il 90% di un giocatore. Più uno è sereno e si sente importante per la squadra, più dà tutto in campo. Parlo per esperienza personale. Il rigore di domenica avrebbe potuto sbloccarlo mentalmente, ma non c’è da preoccuparsi. Uno come lui che ha segnato in Lega Pro, in B e in A i gol li farà sempre, per tutta la vita. La scorsa non è stata una stagione fortunata una tantum, riprenderà presto a fare ciò che gli riesce meglio. Ora è capitano del Torino, ha più responsabilità nel club, ha avuto sulle spalle il peso della Nazionale. Stiamo parlando di un ragazzo di 24 anni e certe pressioni ti logorano a livello mentale e fisico. Io ho fiducia in lui e nel Torino. Andrea è uno che dà l’anima, non è di quelli che si siedono se le cose non vanno bene; lavora tanto e poi è bergamasco come me. Quando uno ha quello spirito lì è un vincente a prescindere.

Giudizio da attaccante: cosa sbaglia nella fase difensiva il Torino di Sinisa Mihajlovic?

Difficile a dirsi. Tante volte è l’errore del singolo a vanificare un risultato e in questo momento il Toro lo paga subito e l’errore è amplificato. La coperta è sempre la stessa ed è corta: se vuoi fare bene la fase difensiva crei poco in avanti, se ti sbilanci per fare tanti gol lasci spazi dietro. Non può essere tutto perfetto, a meno che tu abbia Nesta e Cannavaro che giocano soli contro tutti (ride, ndr).

Il gol del Chievo, in effetti, pare propiziato da una disattenzione di De Silvestri.

È una leggerezza non da lui. Lo conosco bene, so che è un gran professionista, uno molto concentrato e pare strano che non si sia accorto di Hetemaj che stava saltando alle sue spalle. Però capita a tutti, siamo umani. Non bisogna mettere la croce su De Silvestri, ha fatto bene finora. Al Torino basta una scintilla, un episodio e si potrà rivedere il bel calcio dell’anno scorso.

Alla luce di questa classifica, lei crede ancora a una possibile qualificazione in Europa per il Toro?

Ci voglio credere perché una piazza come quella granata meriterebbe di stare sempre in Europa, però non è semplice, ci sono squadre attrezzate per lottare fino in fondo e serve tanta continuità. Il Torino ha una rosa forte, ma serve pazienza, equilibrio e non creare troppe pressioni sui giocatori, altrimenti si rischia di avere l’effetto contrario.

Fantamercato: con un Belotti ancora non al top e un Sadiq che non ha convinto, se a gennaio Urbano Cairo la chiamasse lei cosa risponderebbe?

Io sono svincolato per cui potrei firmare anche adesso! Scherzi a parte, penso che le minestre riscaldate non siano tanto buone, io ho fatto il mio tempo a Torino, ho dato e ricevuto tanto. Ma ora il Toro deve e può fare grandi cose con altri giocatori.

Si sta guardando un po’ intorno?

Ho una voglia matta di giocare. Certe volte provo a far finta che non mi manchi, ma vedo le partite e vorrei esser là. Vorrei un’impresa. Sono un po’ malato di imprese, mi piace andare a cacciarmi in situazioni difficili e raggiungere traguardi insperati, sono quelli che ti danno più soddisfazione nella vita. Le cose semplici non mi sono mai piaciute. Aspetto di capire cosa verrà fuori, non voglio neanche andare a “prostituirmi”, mi passi il termine, perché non è nel mio carattere. Ci tengo al mio lavoro e non voglio fare figuracce io, né farle fare alla mia famiglia. Nel frattempo mi sono riposato mentalmente e fisicamente e sono pronto a ripartire. I miei amici mi danno del matto perché vado ad allenarmi alle 7 di mattina, poi mi alleno nel pomeriggio, mi alleno la sera. Mi dicono di rilassarmi, ma io voglio tenermi in forma. Chi mi prende fa un affare perché anche se qualcuno dice che sono “un po’ vecchiotto”, la voglia e la determinazione sono quelle di sempre.

In chiusura, inevitabile chiederle di Gianpiero Ventura. I suoi tweet dopo Italia-Svezia lasciano poco spazio a dubbi sull’opinione che ha del suo ex allenatore…

Quello che ho scritto sui social l’ho sempre sostenuto anche in passato, non è una novità. Non l’ho espresso perché è andata male una partita, l’ho sempre pensata in un certo modo su di lui e mi sento tranquillo e sereno. Non ho aspettato che passasse il cadavere sul fiume, non era quello il senso. Il mio era un giudizio a livello umano, non un aspetto tecnico. Ho semplicemente commentato le sue mancate dimissioni a fine gara.