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Patrizio Sala, dallo scudetto del ’76 ad oggi: “Basta proclami! Belotti non va denigrato”

Patrizio Sala, dallo scudetto del ’76 ad oggi: “Basta proclami! Belotti non va denigrato”

Le parole di un campione d'Italia: "Il Napoli ha festeggiato ed era ancora dietro, noi non l'abbiamo fatto nemmeno dopo il sorpasso"

Redazione Toro News

A 42 anni da quello che ancora resta l'ultimo scudetto conquistato dal Torino (16 maggio 1976), a Toro Scatenato è intervenuto Patrizio Sala, che quello scudetto lo vinse da protagonista: "Ricordo un allenatore (Gigi Radice, ndr) che non è stato subito consapevole di quello che avevamo fatto. Non era consapevole che avevamo vinto il campionato. Io ho festeggiato poco, perché sono dovuto partire per l'Australia per la tournée militare. Quando abbiamo capito di avere la possibilità di trionfare? Quando abbiamo messo insieme un filotto di 4-5 partite recuperando tanti punti: lì abbiamo avuto la consapevolezza. Il Napoli festeggia prima, ed è un punto in meno. Noi avevamo un punto in più e non abbiamo festeggiato, nonostante avessimo fatto un parziale di 6 punti a 0".

Passando poi al Toro di oggi: "Quello che penso è difficile da esprimere: io non credo sia stata un'annata fallimentare. Io non sono nessuno, ma ribadisco che il Toro deve essere contento di fare la Serie A a questo livello. Poi ci sono momenti in cui si deve puntare in alto. Non deve pensare all'Europa League: deve pensare alla Champions! Il Toro fa l'errore di manifestarlo: se io prometto di invitarti a cena e non mantengo, pensi che sono uno che non vale nulla. Il Toro deve stare come pensiero al di sotto di cinque-sei squadre. Poi nel fare deve puntare in alto, ma il dire lo lasci agli altri".

Si passa poi a parlare di Belotti: "Nonostante l'importante infortunio ha fatto 10 gol. Higuain l'hanno pagato 90 milioni e ne ha fatti non molti di più, giocando con giocatori di qualità. Belotti, se tutti si mettono a disposizione con continuità (Ljajic, Baselli - che pure quest'anno è cresciuto), è un giocatore che ha 15-20 gol all'anno nel DNA. Ha qualità acrobatiche, destro, sinistro, tiro, potenza. Va aiutato, non denigrato. Poi se puoi tenerlo è un conto, ma se ci sono altre prospettive devi avere un sostituto".

Infine, un pensiero alla maglia del Torino: "La maglia del Toro è vero che rimane dentro. Io ho avuto la fortuna di passare da ragazzo di campagna e arrivare in Serie A nel Toro, e vincerci lo scudetto al primo anno. Un marchio indelebile. Io non ho tatuaggi, ma è una cosa che mi porterò addosso per sempre. Come potrebbe essere altrimenti?"