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Per risolvere i guai ”Uscite inevitabili”

Mario Beretta chiude un 2009 che lo ha visto arrivare proprio alla fine, a Torino. Ha trovato una squadra in difficoltà psicologica e in crisi di risultati, ha dialogato con i tifosi negli spogliatoi dell'Olimpico e...

Redazione Toro News

Mario Beretta chiude un 2009 che lo ha visto arrivare proprio alla fine, a Torino. Ha trovato una squadra in difficoltà psicologica e in crisi di risultati, ha dialogato con i tifosi negli spogliatoi dell'Olimpico e sul campo della Sisport, ha accolto un nuovo dirigente con il quale costruire una squadra fatta a sua immagine e somiglianza, ha passato ore e giorni e spremersi le meningi per trovare la quadratura del cerchio, o del rombo. Ha deciso: sarà 4-4-2. "Anche se -dice- sto lavorando su due schemi di gioco, che i giocatori siano in grado di interpretare allo stesso modo".Il nuovo allenatore del Torino saluta dunque l'anno nuovo, dopo aver salutato Gianluca Petrachi. "Non ha certo ancora potuto capire tutto, di quello che succede qui; si fa fatica dall'interno, essendoci dentro, figuriamoci da fuori...". Ma le sinergie di cui si parlava nella presentazione del nuovo consulente di mercato sono chiare e attive: "Dovrà parlare con me, e soprattutto con Foschi, e poco alla volta costruiremo uno staff tecnico di un certo tipo. Cosa gli ho chiesto? Niente: gli ho spiegato quali sono i problemi, come già feci con Foschi".Intanto, alla Sisport si lavora anche l'ultimo giorno dell'anno, e lo stesso si farà domani. "E' una squadra che lavora, questa -afferma Beretta-, ed è un aspetto importante: ha impegno, determinazione, attenzione. Un atteggiamento positivo che ho trovato subito. Poi, ci sono altri piccoli problemi da risolvere". Quali? Non lo dice. Ma di certo, l'esigenza di cambiare un po' l'aria dello spogliatoio, di cui parlavamo nei giorni scorsi, è condivisa anche da chi è arrivato da poche settimane. "Necessitano movimenti di mercato, sì, sia in entrata che in uscita. Sono inevitabili". Parlare di "inevitabili uscite" fa già capire come si possano risolvere alcuni di quei "piccoli problemi".Mario Beretta, dunque, saluta l'anno che verrà, sperando "di viverlo tutto in panchina, e non solo una parte di esso". Aggiunge: "Guidare una delle squadre più blasonate d'Italia è una soddisfazione per chi è partito non dalla gavetta, ma ancora più in basso; proprio dai pulcini delle squadre dilettantistiche". Il peggio è alle spalle? Realismo: "E perché dovrebbe? Quando avremo fatto risultati positivi e con continuità, allora potremo dirlo. Ora, non possiamo". Si attendono i fatti, si attende un 2010 che porti investimenti da parte del presidente a Gennaio, risultati da parte della squadra, e chissà, magari una ritrovata unità dell'ambiente. Che arriverà di certo se da parte di ogni componente del Torino FC ci sarà, ancor prima dei risultati, un lavoro svolto con impegno e amore. Quel che i tifosi chiedono e sempre hanno chiesto.

(foto M.Dreosti)