"Nell'era del calcio moderno, in cui a comandare è il Dio Denaro, c'è poco spazio per le piccole le squadre di provincia, quelle abituate a guardare dal basso verso l'alto. Il confronto sportivo ed economico, spesso, è impietoso, così come il divario in classifica tra le cosiddette big e i piccoli club che lottano ad ogni consiglio d'amministrazione per far quadrare il bilancio. Capita, però, che a volte i ruoli si invertano, e può succedere che una piccola società, partita con poche ambizioni, riesca, attraverso il lavoro, a raggiungere traguardi tanto prestigiosi quanto inaspettati. E' il caso del Torino (grande piazza, quanto povera) che deve il successo della sua stagione a tre persone: allenatore, direttore sportivo e presidente, che hanno dimostrato (e insegnato) alle altre squadre come con unità di intenti, determinazione e un pizzico di coraggio si possa arrivare lontano.
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Petrachi, occhio lungo e intuizioni geniali: ecco uno dei segreti del Toro
Pagellone di fine stagione / Il direttore sportivo è stato abile a costuire una squadra da sesto posto con pochi soldi. Ora l'Europa League lancia una nuova sfida... Voto: 8.5
"POCHI SOLDI MA GRANDI IDEE Le casse del Torino, come sappiamo, non hanno mai traboccato denari. Men che meno in questo periodo, quando l'occhio al portafoglio casca inevitabilmente. Servono investimenti oculati e scelte mirate. E allora? Allora entra in scena Gianluca Petrachi, al Torino dal lontano 2010. Le sue competenza manageriali sono cresciute di pari passo con quelle dell'ambiente granata. Dalla promozione in Serie B fino alla conquista dell'Europa League, ogni investimento della società è stato propedeutico al successivo, grazie soprattutto alla ritrovata passione del presidente Cairo, che dopo anni di gestione turbolenta ha finalmente deciso di assecondare in tutto e per tutto le richieste dell'allenatore. Il budget ridotto, comunque, non è stato un ostacolo. A Torino sono bravi ad andare a nozze con i fichi secchi.
"INTUIZIONI GENIALI E SCOMESSE VINTE Il lavoro di Petrachi è stato gratificato dai risultati ma soprattutto, dal valore di mercato raggiunto da alcuni giocatori sui quali la società ha deciso di puntare ad occhi chiusi. Un esempio? Bovo e Moretti, dati per spacciati a Genova, hanno trovato a Torino un ambiente sano (finalmente) nel quale poter rifiorire. Rodriguez ha lavorato benissimo come gregario e Maksimovic, adesso, è forse uno dei centrali difensivi più promettenti d'Italia. Senza dimenticarsi del riscatto senza busta di Alessio Cerci e di Ciro Immobile, passato rapidamente da Torino dove ha lasciato una valanga di gol in dote: scommessa vinta. E ora cosa si fa? Semplicemente si passa alla cassa a ritirare il denaro. C'è una nuova stagione da preparare, e un'Europa League da onorare. Petrachi si è già rimboccato le maniche .
"VOTO 8.5
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