"di Valentino Della Casa Al di là di quanto si è speso o meno, una riflessione sul modus operandi di questo mercato del Toro è d’obbligo per capire come il DS Petrachi abbia dovuto agire durante questi lunghi mesi di trattative. Innanzitutto è emerso subito che il Torino, secondo anche quello che è lo storico spirito granata, ha quasi mai “subito” i voleri di altre squadre. Già ci eravamo pronunciati a Luglio, quando fu ceduto Benedetti all’Inter: si è trattato solo di una comproprietà, intanto, e in cambio ne è arrivata un’altra, con il mezzo cartellino di Stevanovic. Ora, il ragazzo nelle sue prime due uscite in campionato ha a tratti anche fatto innervosire i tifosi, ma la qualità resta tanta, e tenere le mani su questo giocatore, anche se di fronte si ha la fortissima squadra nerazzurra, non è cosa da poco. Ma questo non è l’unico esempio: si pensi anche a Garofalo, con un Torino che non si è mai piegato di fronte alle richieste del Siena, riuscendo a riottenere il terzino a condizioni favorevoli (stesso discorso andrebbe fatto per Genevier, a un passo dalla firma, non fosse stato per l’infortunio). Poi ci sono state anche numerose operazioni “intelligenti”, con il Toro che riesce a prestare (e solo prestare) due giovani di belle speranze, Rubin e Gorobsov, ottenendo in cambio giocatori più esperti della categoria (Bernacci, al di là del caso che si è creato, in B ha sempre giocato e fatto bene) e permettendo ai ragazzi di farsi le ossa in Serie A. Infine il Torino, anche a costo di dover tenere (come è realmente accaduto) alcune zavorre economiche, non ha mollato un centimetro ed è riuscito, alla fine, a imporre le proprie condizioni anche per la cessione di due giocatori non più utili alla causa come Di Michele e Colombo. Ciò che proponevano le altre società era vedere i granata pagare più dell’80% degli ingaggi, oltre che un trasferimento gratuito. L’ultima condizione si è effettivamente concretizzata, ma il Toro non ha più alcun obbligo rispetto a quei contratti, essendo stati rescissi prima del trasferimento. La squadra, poi, sembra almeno sulla carta costruita per poter fare bene. È una squadra forte? Su questo rimandiamo i giudizi, perché bisogna lavorare molto, per trovare un amalgama che, complice il mercato a rilento, tarda giocoforza a venire. Chi vivrà, vedrà.
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Pochi soldi, ma tanto orgoglio
di Valentino Della Casa
Al di là di quanto si è speso o meno, una riflessione sul modus operandi di questo mercato del Toro è d’obbligo per capire come il DS Petrachi...
"(Foto: M. Dreosti)
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