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Prima del mercato, l’uomo-mercato

di Alessandro Salvatico

 

Da pochi giorni si sa in quale categoria militerà il Torino nella stagione 2008-’09. Ma i tifosi, sul mercato, riflettono...

Redazione Toro News

"di Alessandro Salvatico

"Da pochi giorni si sa in quale categoria militerà il Torino nella stagione 2008-’09. Ma i tifosi, sul mercato, riflettono da parecchio prima. Alcuni, in realtà, non smettono mai; molti, invece, ci pensano quasi di nascosto da se stessi, dicendosi magari che non è opportuno farlo mentre la squadra è in lotta per obiettivi importanti, mentre non si sa ce ci salviamo o meno, mentre non dovremmo distrarci o fantasticare, mentre…Ma il calciomercato ha un fascino unico. Meglio prenderne atto, e seguirlo con il dovuto interesse, magari mantenendo un minimo di lucidità tale da permetterci di distinguere le bufale autentiche da quelle…alla diossina.

"Il mercato del Torino, però, non può partire prima di avere l’elemento necessario, quello che il mercato lo costruisce: il Direttore Sportivo, che imbastisce le trattative, le porta avanti e le conclude, quello che cerca le intuizioni vincenti e trova gli affari convenienti. Nel Torino, questo, è ancora un punto interrogativo, dal momento che Antonelli non è sicuro della conferma nel ruolo. Un punto interrogativo da risolvere al più presto.

"Le possibilità concrete, al momento, sembrano essere sei. La prima è proprio la conferma di Stefano Antonelli. L’attuale Amministratore Delegato è un dirigente alla sua prima esperienza. Questo non vuol dire non abbia una conoscenza, e anche approfondita, del calcio di Serie A: Comotto, Pinzi, Quagliarella, Grosso, Abbiati, Bjelanovic, sono solo alcuni dei nomi di cui Antonelli curava la procura, fino a 12 mesi fa. Si è trovato a dover assemblare una squadra ambiziosa, ma senza un budget enorme. Viè probabilmente riuscito in parte, concludendo colpi come Sereni e Grella a parametro zero, la scelta, per i prestiti, di elementi azzeccati quali Motta e Dellafiore, le intuizioni di Zanetti e ancor più di Rubin. Non poco. Ma a lui si imputa l’aver puntato su altri elementi meno motivati, e costosi in alcuni casi, oltre allo smacco invernale di Bianchi, ma soprattutto attorno al suo lavoro sale la nebbia della scarsa chiarezza nelle decisioni, tra lui, il presidente e l’allenatore, nebbia che non permette di capire chi sia il vero responsabile degli errori. Nel dubbio, il padrone non si può certo licenziare, mentre il tecnico è già stato silurato. A giorni sapremo il suo destino.

"Fabrizio Salvatori. L’attuale ds del Bologna è in pole position. Il dirigente della promozione, lo scopritore di Rosina, è anche uno dei pochi dirigenti realmente ben visti dall’intera piazza, tifoseria compresa, che non è riuscita ad affezionarsi né a Doriano Tosi né allo stesso Stefano Antonelli. In Emilia, Salvatori ha nuovamente lavorato ottimamente, a giudizio di tutti: quello rossoblù è uno squadrone, con un settore d’attacco davvero di altra categoria. Il ds ha anche ben presente, più di altri, come lavorare senza spendere più di quel che si ha. Un “contro” è rappresentato dalla prospettiva-play off per il Bologna: questo allungherebbe non di poco l’eventuale passaggio di Salvatori in granata. Sarebbe un ritorno che ricomporrebbe la coppia vincente con De Biasi.

"Giovanni Sartori. Al Chievo dal 1992, se quello gialloblù è stato un miracolo, chi l’ha fatto è lui. Molte le sue intuizioni a basso costo, specialista nel rivitalizzare giocatori dati sul viale del tramonto, insomma l’ideale per ogni presidente non fantamilionario. E dunque? Dunque, Sartori è sempre rimasto nel sobborgo veronese, anche quando il suo trasferimento a Torino sembrava questione di ore, due anni fa. E proprio questo è il possibile “contro” del ds di Campedelli: l’assenza di esperienze in piazze importanti e cariche di pressioni. Il talento però non manca, e soprattutto Cairo ha già dimostrato, nel 2006 appunto, di apprezzarlo.

"Renato Zaccarelli. Si parlava di affetto da parte della piazza, e non c’è dubbio che lui ne godrebbe. Stiamo però parlando di un dirigente, non di un giocatore, quindi il rapporto con i tifosi è secondario. Zac, a Torino, ha compiuto due stagioni intere in cabina di regia societaria. Negativa la prima, ottima la seconda, dove è partito in assoluta sordina assemblando però un gruppo giovanissimo, con molti prodotti del vivaio, e vincente (per quanto sfortunato), nonostante abbia lavorato praticamente senza più una società alle spalle. Da mettere sul suo piatto della bilancia, la capacità di interagire con i calciatori, di fare da mediatore tra società, allenatore e giocatori. Doti che in questa stagione avrebbero potuto servire.

"Rino Foschi. Il suo “contro” è senz’altro il carattere: istintivo, sopra le righe, è un mistero come riescano a lavorare uno a fianco all’altro lui e Zamparini. Dalla sua, invece, le indubbie capacità: nel suo curriculum possiamo leggere Camoranesi, Barzagli, Gilardino, Toni, Amauri… Non gli manca la forza, anche di spirito, per prendere in mano la situazione e portarlo avanti anche in un organigramma societario piuttosto scarno. Dopo cinque anni al Palermo, che ha portato dalla B a tre qualificazioni europee consecutive, potrebbe cambiare aria. Il suo presidente è uomo che acquista con decisione, ma con altrettanta scioltezza cede. Tra Foschi e Cairo c’è stato un abboccamento, mesi fa. Non se ne è più parlato in tempi recenti, ma questo non è sufficiente per dire che il patron granata se lo sia dimenticato.

"Guido Angelozzi. Attuale dg del Lecce, ha lasciato un buon ricordo anche a Catania. Le sue doti principali sono due, e si evincono dai suoi trascorsi: la capacità di operare serenamente in ambienti provenienti da forti delusioni, e quella di imbastire ottimi mercati di riparazione. Quest’ultimo fattore farà suonare un campanello nella mente dei tifosi granata. Dopo un momento di difficoltà, il dirigente talentino ha saputo costruire un gruppo che sta guidando la Serie B con forza e contro ogni previsione, puntando anche su diversi ex-granata, gruppo costruito all’insegna del risparmio. Il nome di Angelozzi era stato accostato al Torino in Marzo; in pratica, fu l’ultima proposta prima dell’apparente conferma di Antonelli, conferma nuovamente in discussione in questi giorni. Il suo nome va considerato ancora papabile.

"Sarà probabilmente da questa margherita che Cairo sceglierà colui al quale affidare la gestione del parco giocatori per la prossima stagione. Sarebbe bello che la scelta fosse destinata a durare, questa volta, diversi anni, anche perché vorrebbe dire che si sarebbero raggiunti i risultati prefissati. Restiamo in attesa, la decisione avrà tempi brevi, comunque non superiori a quelli della conclusione del campionato di Serie B; se c’è un errore da non ripetere, è proprio quello di muoversi in ritardo.