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‘Programmare, programmare, programmare’

Questa settimana ci avvicina al 4 Maggio, data della più importante ricorrenza granata nonché di un impegno che può portare il Torino di oggi più vicino alla salvezza. Vorremmo, in questi giorni,...

Redazione Toro News

"Dopo la parentesi della guerra, sulla quale non ci soffermiamo perché la squadra che veste la maglia granata nell’unico, ridotto campionato che si disputa nei due anni in cui la Serie A è sospesa per la guerra non ha moltissimo a che fare con la squadra degli anni precedenti e seguenti, si torna a giocare.

"Una sola parola d’ordine rimbalza da un attivissimo, per quanto sempre sommesso nei toni, Ferruccio Novo, a tutti i muri della sede della società, in Via Alfieri: “Programmare, programmare, programmare”. Il Presidente vive lo scudetto vinto due anni prima come se il trionfo fosse di ieri, e non è né tranquillo né tantomeno seduto: senza fare proclami di vittoria, vuole consolidare la squadra, e vuole farlo subito, per renderla imbattibile. Per cui, non perde troppo tempo a leccarsi le ferite della guerra, e lavora. Rocca e Brusasco arrivano a rimpinguare le fila della dirigenza del settore giovanile, che sempre più dovrà essere una fruttuosa miniera.

"Dopo la conquista del campionato, Egri Erbstein aveva insistito con il Presidente: “Ora bisogna rinforzare la difesa”. Novo pensava di avere un reparto arretrato all’altezza, ma l’ungherese fece notare che i giocatori a disposizione erano sì validi, ma non avvezzi al modulo tattico adottato dal Toro, non adatti ad allargarsi per marcare le ali avversarie, ma piuttosto soliti a restarsene al centro a fare da marcatori puri. Novo, come sempre, ascoltò i consigli. Affidandosi ai suoi dirigenti per l’individuazione degli elementi utili.

"Ad iniziare dal portiere. Viene scelto Bacigalupo, del Savona. Aveva messo in mostra belle doti, ma non eccezionale continuità. Eppure si punta su di lui: perché i ragionamenti sono oculati ed ampi, nonché -ancora e sempre, con Novo- a lungo termine. E Bacigalupo è giovane, appena 21enne: un bene come capitale e un bene tattico, dacché potrà imparare ad adattarsi al sistema, a differenza di portieri più esperti. E così sarà, dopo un inizio leggermente sofferto. Si decide di richiamare Rigamonti, mediano, dal prestito in Lombardia (prima Brescia e poi Lecco), lui che viene considerato qualche cosa di nuovo: non esiste ancora il termine “libero”, ma Riga è il primo stopper italiano. Di una durezza, quasi rudezza, che contrasta con l’eleganza del nuovo terzino sinistro, Maroso, richiamato anch’egli dal prestito (all’Alessandria), e che fa il paio con la rocciosità dell’altro nuovo terzino, quello destro, Ballarin, lineare ed instancabile, uno dei più forti terzini destri europei, acquistato, lui sì, per una cifra impensabile per un difensore: 1 milione e 500mila lire. E’ questo il grande esborso del mercato granata 1945, reso possibile da altri arrivi come i suddetti rientri dai prestiti di giocatori giovani: la società così inizia a risparmiare e a guadagnare grazie a un lavoro iniziato anni prima. L’ultimo arrivo è quello di un altro mediano, Castigliano. Il reparto avanzato aveva dimostrato di dare ampie garanzie, e non viene toccato.

"E l’allenatore? Erbstein rientra faticosamente dalla tragica esperienza della prigionia ungherese. Presto ricomincerà, da dietro le quinte, a fornire il suo importantissimo contributo. Ma intanto, qualcuno deve sedersi in panchina. Novo fa una scelta sorpendente: Luigi Ferrero, torinese, che in granata aveva terminato la sua carriera da calciatore cinque anni prima: un giovanissimo allenatore, dalla breve gavetta, proveniente dalla Serie B con il Pescara, alla guida dei Campioni d’Italia. In quanto giovane, portato alle nuove tattiche che la società ama; e in quanto grande professionista, non c’è il rischio di un eccessivo protagonismo o di qualche maniacale ossessione per il proprio schema favorito tale da non far fruttare i grandi campioni di cui dispone.

"L’andamento della stagione sarà una metafora del lavoro compiuto da Novo e dalla società dall’inizio del loro lavoro: al principio, buone doti ma un po’ estemporanee (sconfitta nel derby alla prima, goleade nelle due successive gare), poi il perfezionamento nel corso del girone Alta Italia (chiuso con 3 punti di vantaggio sulle seconde), ed il trionfo nel Girone Finale (14 partite con 12 vittorie condite da risultati quali 7-1 al Napoli, 7-0 a Roma contro i giallorossi, 9-1 alla Pro Livorno).A fine campionato giunse la notizia che la Federazione intendeva “riaprire le frontiere”, permettendo nuovamente alle società di acquistare calciatori di altre nazionalità. Novo commentò: “Ho già i miei stranieri: Grezar, Loik… No?”, alludendo ai particolari cognomi dei suoi Campioni.

"(nella foto, Virgilio Maroso)