di Gianluca Sacchetto
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Quando il possesso palla non porta a risultati
di Gianluca Sacchetto
Chi ha osservato con attenzione la partita di sabato non può non aver notato un fatto che caratterizza il gioco del Torino da inizio stagione: rispetto al passato, la squadra granata tiene...
Chi ha osservato con attenzione la partita di sabato non può non aver notato un fatto che caratterizza il gioco del Torino da inizio stagione: rispetto al passato, la squadra granata tiene molto più il pallone tra i piedi, cercando sempre di arrivare in area di rigore avversaria attraverso la manovra e quasi mai lanciando a casaccio in avanti.
In ben 24 circostanze su 25, ad esclusione del match contro l’Atalanta, le statistiche mostrano un possesso palla dei granata superiore all’avversaria di turno e così è stato anche con un Sassuolo che ha ottime capacità di palleggio. Questo, però, non sempre rappresenta un fatto positivo. Spesso, infatti, il Torino tiene tanto il pallone perché la propria manovra non riesce a trovare sbocchi e le verticalizzazioni sono in misura ben minore rispetto ai passaggi orizzontali.
Tra serie A e B quello del Toro non è l’unico esempio di squadra lontana dai risultati sperati, nonostante il gran possesso palla e la voglia di fare sempre la partita. Emblematico quello del Bari, ultimo in graduatoria nella massima serie. La squadra di Ventura nella speciale classifica del possesso palla è vicinissima ai risultati di Inter e Milan, le squadre che in Italia comandano, ma ha realizzato la miseria di 14 reti, subendone ben 39. E la situazione non è diversa per il Parma, che ha grande qualità di palleggio nei suoi centrocampisti ma, nonostante il pallino del gioco sempre in mano, fatica a rimanere fuori dalle ultime posizioni.
(foto: M. Dreosti)
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