Un pareggio accolto come una sconfitta da una parte, come una quasi vittoria dall'altra. Dove “una parte” identifica buona parte dei tifosi del Toro, “l'altra” il sentire interno al Torino FC e a qualche osservatore che si trova però in minoranza. Come nascono sensazioni tanto differenti sul medesimo avvenimento? Probabilmente, dal vissuto che c'é alle spalle.Il vissuto alle spalle dei tifosi é, inutile dire cose che sanno anche i sassi, quello di chi ha visto giorni di gran lunga migliori e palcoscenici scintillanti, e quindi anni ed anni di delusioni costanti, ripetute, che avrebbero fiaccato chiunque. Quando hai questo peso, sulle spalle, é difficile razionalizzare sempre tutto, e catalogare come “positivo” un pareggio contro un Grosseto e che é pure priva di quei pochi elementi di qualità di cui normalmente dispone.Il vissuto alle spalle -per esempio- di Franco Lerda é, invece, storia recente, pochi mesi di convivenza, comunque difficile. Dal suo punto di vista, che é puramente tecnico e non passionale, si può analizzare la partita di ieri con la freddezza che al tifoso non sempre é possibile richiedere, e valutare che in trasferta finora si perdeva praticamente sempre e contro chiunque, che in difesa si é patito meno, che c'é stato qualche “segnale incoraggiante”.I tifosi vedono soprattutto cose scoraggianti, e pur sforzandosi di tenere conto di tutti gli elementi che la partita ha evidenziato pensano che, comunque, una squadra che si chiama Toro dovrebbe poter vincere sempre e comunque contro una squadra che si chiama Grosseto. E forse non hanno torto neppure sotto l'aspetto più freddamente tecnico: Lerda ieri ha puntato ad evitare i patimenti difensivi che hanno portato a tante partenze con handicap in questo campionato. C'é riuscito: con un po' di fortuna, perché se ad esempio il grossetano Guidone non avesse sprecato male dopo sette minuti (o se al suo posto ci fosse stato l'infortunato Soncin, chissà); ma c'é riuscito. La coperta granata, però, è appena un plaid molto corto; perché se per riuscire a non andare sotto contro modeste formazioni di Serie B bisogna rinunciare al maggior talento di giocatori sacrificati (D'Ambrosio, Garofalo, Obodo), c'é tanto lavoro da fare ancora. E così il gioco espresso, l'allenatore, e un po' tutto il Toro, rimangono per ora un equivoco non chiarito.
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Questo Toro è un grande equivoco
Un pareggio accolto come una sconfitta da una parte, come una quasi vittoria dall'altra. Dove “una parte” identifica buona parte dei tifosi del Toro, “l'altra” il sentire interno al Torino FC e a qualche osservatore che...
(foto M.Dreosti)
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