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Rampanti: “Il Derby? Contro avversari più forti, servono tattica e strategia”

Parola al mister / Serino commenta così Juventus-Torino 4-0: "Bisogna capire che non si può sempre giocare in questo modo sfrenato, ci sono anche gli avversari. Niang? Quando uno non è in forma, è meglio se non gioca..."

Lorenzo Bonansea

"Il 194° Derby della Mole era stato presentato come tra i più equilibrati degli ultimi 25 anni, ma si è rivelato una Caporetto per i granata di Mihajlovic - mai in partita, costretti a giocare 70' in 10, con un passivo che alla fine dice 4-0 Juventus ma che senza un grandissimo Sirigu poteva anche essere ben peggiore. Per commentare la stracittadina, abbiamo dato come sempre la "Parola al Mister" Rosario "Serino" Rampanti, ex giocatore ed allenatore granata e vice-Presidente della Fondazione Filadelfia.

"Serino, quella del derby è una disfatta che lascia basiti da tanti punti di vista.

"Bisogna partire a monte dalla cosa, e fare una premessa: se mi sbilancio e critico lo faccio solo per aiutare, mai per danneggiare. Io amo questa maglia. Oggi voglio fare una similitudine tra il calcio e la Formula 1, dove - rispettivamente - assistiamo  allo strapotere di Juve e Napoli e di Ferrari e Mercedes. Io penso che una squadra come il Torino - come le macchine che hanno meno forza di quelle davanti - non può pensare di arrivare al traguardo pigiando sempre troppo sull'acceleratore, perché prima o poi ti vai a schiantare. In particolare, quando devi "correre vicino a loro" (e quindi affrontare direttamente un avversario ben più forte), per superarli occorre tattica e strategia. Cose che non si sono viste, ieri, nel Derby. Pigiare sempre sull'acceleratore si traduce nel caricare di troppi significati la partita, e poi il risultato è che qualche giocatore diventa troppo suscettibile - ed entra con sciagurata irruenza come Baselli.

"Mihajlovic ha dichiarato di non aver caricato troppo la partita. Secondo te dove ha sbagliato (se ha sbagliato) il tecnico granata?

"Io ho avuto una lunga carriera come calciatore, sono stato allenato da grandissimi allenatori come Rocco, Fabbri, Giagnoni, Bearzot... Nomi incredibili. Ma tutti questi allenatori si preoccupavano sia della loro squadra e sia dell'avversario. Ed è elementare come cosa. Quando affronto un avversario, devo calcolare dove quello è superiore e mi rivedo di conseguenza. E non possiamo buttare nel gabinetto il pensiero di questi grandi allenatori, il calcio è un gioco semplice e nessuno ha inventato niente. Centrocampista in più? E' chiaro che il Torino era in difficoltà a centrocampo a livello di numeri, però alla fine si erano recuperati dalla panchina gli infortunati. Si poteva pensare di irrobustire la mediana. Non si può sempre pensare di giocare con tutta questa propensione offensiva. Miha ha pensato così, ma io sono molto dispiaciuto che si continui  con questo atteggiamento. I treni a volte deragliano: se il gioco è semplice, i meccanismi sono delicati in una squadra.

"Qual è il tuo giudizio sulla prova di Lyanco e Ansaldi?

"Mi ha fatto dispiacere non vedere in campo Moretti e Molinaro, esperti ed ex della partita. Non si è capito perché. Poi per carità, Ansaldi e Lyanco non han fatto male: il brasiliano è ancora un po' irruento, ma secondo me è un giocatore che verrà fuori alla grande. Grande intuizione di Petrachi. Ansaldi può giocare ovunque.

"Daniele Baselli ieri ha lasciato la squadra in 10 dopo soli 20': anche lui, secondo te, è stato eccessivamente influenzato dalla carica emotiva di Mihajlovic?

"Dispiace per Baselli, perché lui può diventare un grande giocatore. Un grande giocatore però deve riuscire a controllarsi, ma a volte sei talmente pompato che i nervi sono tirati al massimo. Ambiente eccessivamente caricato? Le parole sono più pesanti delle armi, qualcuno poi non interpreta bene e può capitare che si perda la testa. Ma in fondo è lo specchio della società, succede anche con i politici e le masse.

"E su Niang? Non si può certo dire che la sua prova sia stata positiva.

"Io seguo molto la discussione tra i tifosi su Niang, tra gente che la pensa come me e gente che la pensa in modo diverso. E' il bello della democrazia. Un utente la scorsa settimana aveva "criticato" il nostro articolo dove dicevo che Niang andava aiutato, commentando "Gli serve una badante?". Senza volerlo, quel tifoso ha centrato il punto: a certi giocatori, società ben organizzate affiancano qualcuno che li aiuta. Non è un badante, ma deve esserci qualcuno che lo consigli e lo segue. Le società importanti lo fanno. Niang va aiutato, e si può aiutare anche tenendolo fuori al momento giusto - per poi metterlo quando sarà in grado di fare bella figura. Se lo metti quando non è in forma, perde solo sicurezze, con i tifosi che cominciano a criticare: è importante sapere quando inserire o no determinati giocatori. Sì, poi io avrei tolto lui e non Iago, ma se Miha ha fatto così avrà avuto le sue ragioni. Poi noi commentiamo dopo ed è sempre più facile.

"E' stato uno dei protagonisti assoluti di ieri sera, suo malgrado: Salvatore Sirigu è il portiere di cui questa squadra aveva bisogno?

"Se avevamo il portiere degli anni passati, non so come sarebbe finita: si potevano prendere 10 gol ieri, proprio senza problemi. C'è una situazione di una gravità incredibile, dal punto di vista tecnico: non si può rischiare di prendere 8 gol in una partita. Vuol dire non capirci più niente.

"Ad ogni modo - al netto della figuraccia, sono in molti a far notare come  a livello di classifica siano altre le partite da vincere a tutti i costi.

"Si ma bisogna pensare ad una cosa. Io ieri ho visto Spal-Napoli, e si può anche perdere contro una squadra superiore, ma lo si può fare senza perdere la testa, come ha fatto la Spal. Poi c'è un altro modo, che è quello di ieri del Torino. C'è da fare un grande mea culpa, perché non so se con questa mentalità sfrenata si può centrare l'Europa: non sono così ottimista su questo obiettivo, mentre sono contento del valore della rosa.