toro

Rampanti: “Credo nelle parole di Cairo: e così rinforzerei il Torino”

Parola al Mister / Serino analizza così i temi in casa Toro dopo l'ultima di campionato

Gianluca Sartori

Il campionato 2018/2019 del Torino termina con una vittoria contro la Lazio. Tiriamo le somme della stagione anche tramite il consueto e piacevole appuntamento con Serino Rampanti, che in "Parola al Mister" illustra il suo punto di vista su alcuni temi del momento granata.

Serino, 63 punti sono tanti ma non sono bastati per l'Europa. Il Torino, però, è stato applaudito da tutto lo stadio.

"Bello il risultato raggiunto: 63 punti, tanta roba se consideriamo tutte le difficoltà che il Torino ha dovuto superare. Ripeto. E' un buon risultato e dietro c'è tanto lavoro da parte di tutto lo staff. Con il tempo si è creato un bel senso di appartenenza. E il termometro è sempre il comportamento dei tifosi allo stadio: tutto il pubblico, al Grande Torino, ha dimostrato di apprezzare quanto dato dai giocatori in questa annata. A questo punto, confortata dal rendimento della squadra, seppur attendendo le decisioni della Uefa sul caso Milan, la società può programmare il futuro con calma, forte della conoscenza di questo gruppo da parte di Mazzarri, che ha fatto crescere tanto diversi giocatori: vedi le prestazioni contro la Lazio di Lukic, Aina e Bremer (quest'ultimo è a mio modo di vedere una bella sorpresa di questo finale di stagione)". 

Cairo ha detto di voler completare la squadra con due-tre innesti mirati. 

"Io ci credo, secondo me gli è venuta davvero voglia di primeggiare anche nel calcio. Si farà guidare da Mazzarri che ha le idee molto chiare. L'unico timore che ho riguarda le sirene di mercato che potrebbero risuonare intorno ai migliori giocatori granata. Ho letto con piacere le belle parole di Nkoulou verso la società: ha esternato l'intenzione di rimanere. Spero di leggere le stesse frasi anche da altri giocatori". 

Non credi che la mancata Europa potrebbe facilitare la partenza di alcuni pezzi pregiati?

"Secondo me questo influirà relativamente. Vedi, io sono stato giocatore. E credo che spesso nelle scelte professionali conta anche come ti trovi in una squadra, i legami che si creano con compagni e città. Il gruppo si è compattato in modo importante; sono venuti fuori rapporti consolidati. Nel giro di campo a fine partita, e nella festa che è stata fatta per Moretti, ho visto molta fratellanza tra i giocatori. Questo mi fa ben sperare". 

Sempre parlando di mercato, Cairo ha già annunciato la prima mossa: il riscatto di Ola Aina. 

"Sono d'accordo con questa mossa. Al netto di alcuni passaggi a vuoto avuti durante la stagione, ha dimostrato di avere grandi margini di miglioramento. Sono quei giocatori che con uno come Mazzarri possono migliorare in modo esponenziale. A proposito, contro la Lazio mi è piaciuto il gol di Falque assistito da una rimessa laterale di Aina, ho avuto l'impressione che fosse un movimento provato in allenamento, anche vedendo come si sono abbracciato Mazzarri e Frustalupi dopo il gol". 

Guardandoti indietro, in quali partite secondo te il Toro ha perso quei quattro-cinque punti che servivano per il sesto posto?

"Mi vengono in mente soprattutto le partite casalinghe con Parma e Bologna, completamente steccate. Con il Parma l'approccio fu da dimenticare: persino due come Nkoulou e Izzo regalarono un gol. Insieme a quella di Empoli, fanno tre partite sbagliate in una stagione. Sono cose che servono da insegnamento. Teniamoci comunque stretto il miglioramento nel girone di ritorno: da 27 a 36 punti è un margine importante, significa che il lavoro di Mazzarri ha portato dei frutti tangibili. E' un allenatore che nei gironi di ritorno ha sempre visto le sue squadre dare il meglio, non è un caso". 

Tornando al mercato: tu come interverresti in entrata per migliorare la squadra?

"Le squadre sono sempre tutte migliorabili, ci mancherebbe. Secondo me il Torino ha sempre cercato di aggirare gli avversari sulle fasce; nel 3-4-2-1 ci sono due esterni, due mediani e due trequartisti. E' proprio nei due trequartisti che secondo me si può andare a toccare qualcosa, per alzare il livello in fase di rifinitura, aiuto ai compagni di centrocampo e inserimenti in fase di conclusione. Corsa, contrasto e qualità. In quel ruolo con la Lazio mi è piaciuto molto Lukic, che ha tempi di inserimento e molta velocità. Ma credo serva qualcosina, comunque sicuramente Mazzarri ha le idee chiare". 

Chiudiamo con due parole su Emiliano Moretti?

"Guarda, io l'ho conosciuto quando giocava in Under 21, ero assistente di Gentile. Mi piacque già allora come calciatore e come uomo: sempre educato e positivo, mai una parola fuori posto. Gli anni e la famiglia l'hanno reso ancora migliore. Non ricordo, e di cose al Toro ne ho viste, un commiato così eccezionale come quello che lo stadio gli ha riservato, per un singolo calciatore del Torino. C'è da dire che spesso altri giocatori che avrebbero potuto diventare dei simboli sono andati via prima di finire la carriera. Ma comunque il pomeriggio che ha vissuto, Emiliano se lo porterà dentro per sempre. Mi fa molto piacere che Cairo lo voglia inserire in società; uno così può diventare un grande anche dietro la scrivania.